COME LANCIARE LE ESCHE PIU’ LONTANO

In questo articolo voglio svelarvi degli accorgimenti che facciano capire COME LANCIARE LE ESCHE PIU’ LONTANO.

La nostra azione di pesca si può svolgere in una porzione di mare che è delimitata dalla nostra potenza di lancio.

Un pescatore che non riesce a mettere le proprie esche oltre gli 80 metri avrà meno “porzione di mare” da sondare rispetto a chi lancia di più.

La soluzione più efficace è senza dubbio quella di imparare uno stile di lancio tecnico, come ad esempio il ground cast: come funziona questo lancio?

Ecco un esempio pratico girato durante in mio corso di lancio a Sant’anna Arresi, che mostra il lancio da due angolazioni diverse in modo da poter osservare posizione delle braccia, dei piedi, delle gambe.

Ebbene, questa soluzione pur essendo la più pratica sarà scartata perché reputo non bastino 10 milioni di parole per insegnare un lancio “in forma scritta”.

Certe cose si imparano solo dal vivo, sotto osservazione di un esperto lanciatore (contattatemi se ne avete bisogno) che piano piano corregga gli errori di impostazione in base alle particolarità fisiche di chi sta imparando.

Questo è il motivo per cui in questo blog non scriverò mai un articolo su come si lancia, pur avendone le basi.

Quello che farò sarà, invece, mettere in evidenza alcuni accorgimenti che messi assieme consentano di incrementare la propria distanza in pesca.

Metterò anche in guardia sul non esagerare su alcuni parametri (ad esempio un filo troppo sottile nella bobina del mulinello) perché potrebbero portare a brutte esperienze, come ad esempio perdere una bella preda.

E allora per lanciare le nostre esche più lontano su quali parametri si può agire? Eccoli:

  • DIAMETRO DEL FILO IN BOBINA
  • LUNGHEZZA DEI BRACCIOLI
  • PESO DEL PIOMBO
  • INGOMBRO DELLE ESCHE
  • NUMERO DELLE ESCHE

I parametri come potete vedere non sono pochi, e ora li analizziamo tutti uno ad uno.


bobine mulinello riserva robertoaccardi blog

1-   DIAMETRO DEL FILO IN BOBINA

La differenza tra l’usare uno 0,18 in bobina e uno 0,28 è tanta se parliamo di prestazioni di lancio.

Ovviamente non sarò io a dirvi “quanti” metri si guadagnano perché è una informazione che lascio dare ai guru del metro.

Posso dirvi con certezza che diminuendo il diametro nel nylon le nostre misure aumentano (ovviamente a parità di canna, di lancio, di piombo, di esche, ecc).

Quali sono gli inconvenienti da evitare quando intendiamo agire su questo parametro?

Ce lo dirà il mare quale sarà il limite da non superare!

Se siamo di fronte ad un mare molto formato certamente non utilizzeremo uno 0,16 in bobina, o meglio, possiamo anche utilizzarlo.

Però dobbiamo esser ben consapevoli che se il piombo si insabbia, o se c’è un passaggio di alghe, o ancora peggio se si attacca una bella preda, il rischio di lasciare tutto in mare è elevato.

Ci sono anche delle situazioni “limite”, soprattutto quando si affrontano delle gare, per cui il rischio ne vale la candela.

Ad esempio, se ad una certa fascia di pesca non riesco ad arrivare con l’assetto ottimale, posso rischiare un filo molto sottile perché è meglio giocarsi il rischio di perdere una preda piuttosto che non agganciarne neanche una!

(mio papà diceva sempre: “meglio il 10% di qualcosa che il 100% di niente”)

Uno sguardo va dato anche alle esche che intendiamo utilizzare: se inneschiamo una seppia intera utilizzare fili troppo sottili in bobina è ugualmente rischioso! So che è una cosa banale, però preferisco scriverla piuttosto che darla per scontata.

Un bellissimo pagello catturato da Alessandro Perri

2-   LUNGHEZZA DEI BRACCIOLI

Sembra una fesseria da poco, ma anche la lunghezza dei nostri finali influisce sulla prestazione del lancio. Un bracciolo troppo lungo durante il volo crea parecchio attrito, soprattutto quando inizia a ruotare intorno alla lenza madre, e questo è il motivo per cui quando devo fare distanza l’assetto che scelgo è ridottissimo:

trave corto e braccioli corti come vedremo più avanti negli schemi delle montature che solitamente utilizzo in questi casi.

Esistono in commercio tanti accessori che possono consentire un lungo lancio anche con braccioli lunghi (i cosiddetti bait clip) ma personalmente non mi piace aggiungere degli accessori che quando lanci non sei sicuro che tengano.

Ad esempio l’amo che si sgancia in volo, o che quando arriva in acqua non si sgancia…

Immaginate recuperare dopo 15 minuti e vedere che l’amo è ancora attaccato al bait clip.

Per non parlare della mia maniacalità per la pulizia della montatura che vede queste cose come dei nemici pericolosi.

Tornando alla lunghezza dei braccioli, questa solitamente la contengo in due lunghezze:

  • 40/45 cm che utilizzo nel 90% dei casi in cui mi serve avere più distanza possibile
  • max 60 cm che uso nei restanti casi, e soprattutto quando mi rendo conto che quella lunghezza non mi crea problemi

Posso capire che un assetto così raccolto possa far storcere il naso, ma se vogliamo aumentare le nostre distanze questo “accorciamento” è fondamentale.


3-   PESO DEL PIOMBO

La variabile “piombo” è delicata, perché in ogni caso non bisogna perdere di vista quale canna stiamo utilizzando. Aumentare il peso del piombo è fondamentale quando a rallentarci è il vento, ma ci sono dei limiti imposti dall’attrezzatura e.. dalla nostra schiena!

Quando abbiamo a che fare con un mare molto formato, e ci troviamo di fronte anche un bel vento frontale, queste due variabili vengono perfettamente affrontate dall’aumento del peso del piombo.

Personalmente quando il vento contrario è forte raramente scendo sotto i 175 grammi…

Considerate che 150 grammi se utilizziamo tre esche col vento contrario sono quasi inutili…

Però se diminuiamo il numero delle esche o le loro dimensioni allora possiamo considerare anche grammature del genere.

Questo però è il tema del prossimo paragrafo.


4-   INGOMBRO DELLE ESCHE

Gli inneschi sono la parte più importante del sistema pescante, e sono anche la parte su cui personalmente pongo più attenzione.

Solitamente l’innesco fa la selezione della taglia delle prede, per cui innesco grande = pesce grande, innesco piccolo = pesce piccolo.

Se però analizziamo l’ingombro dell’esca in chiave “distanza di lancio”, questo è meglio ridurlo di dimensione perché contribuisce non poco a “frenare” la nostra montatura in volo.

L’esempio che faccio sempre nei miei corsi di pesca è sempre rivolto alla sardina, ma si può fare con qualunque esca.

Immaginiamo di trovarci in una spiaggia bassa, per esempio come nelle spiagge dell’adriatico, e stiamo cercando di pescare le gallinelle con il tipico innesco di sardina mirato a fare selezione della taglia della preda.

Noi non vediamo una tocca, mentre quelli a fianco ne catturano una ogni lancio…

Se il mio problema è che non raggiungo una fascia adatta alla loro cattura, posso ridurre il boccone di sardina, e all’occorrenza anche sacrificare un amo.

Sacrificare nel senso che ne levo uno: in questo modo potrò guadagnare quel tanto in più che mi fa aumentare le chance di cattura.


5-   NUMERO DELLE ESCHE

L’ultimo accorgimento su cui si può lavorare per lanciare le nostre esche più lontano consiste nell’agire sul numero di esche ospitate dalla nostra montatura.

Solitamente vengono utilizzati al massimo 3 ami nella stessa montatura, e le rispettive tre esche possono avere la loro importanza sia per quanto riguarda le possibilità di cattura, ma anche per quanto riguarda la prestazione di lancio.

È vero che tre esche richiamano molto di più rispetto a due o una esca, ma la chiave di lettura di questo articolo è riuscire a guadagnare qualche metro agendo su più componenti possibile.

In questo caso il sacrificio anche di una sola esca può voler dire cominciare a catturare!!!

In ambito agonistico mi è capitato spesso dover ricorrere al sacrificio di una esca o addirittura due esche.

Quando si agisce sulle variabili che ho appena spiegato in questo servizio, e non ci sono risultati, allora vuol dire che è arrivato il momento di mettere in pratica queste soluzioni.

È inutile ostinarsi a lavorare sempre a tre ami per cercare la tripletta, quando con un amo in meno c’è il rischio che inizi a fare le doppiette.

Tutto sta nel provare, e abituandosi a giocare con tutte queste variabili che vi ho appena illustrato vedrete che il vostro spazio di pesca davanti alla spiaggia aumenterà sensibilmente.

Ora per completare l’argomento vediamo la montatura che secondo il mio parere è la migliore da utilizzare per avere le migliori prestazioni di lancio.

Un assetto raccolto, già illustrato in occasione dell’articolo “l’azione di pesca col mare mosso”, che presenta il vantaggio di avere braccioli corti, e con il bracciolo superiore che non va a toccare la girella che usiamo per collegare la montatura allo sgancio dello shock leader.

Ogni probabilità di garbuglio è ridotta al minimo, e la migliore configurazione possibile è quella a due ami, sacrificando quello “pescatore” (ossia quello vicino al piombo).

Come lanciare le nostre esche più lontano montatura H1 trave surfcasting
Montatura H1

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33 Commenti

  1. Angelo Anedda

    Ciao Roberto gli spot che frequento è le condizioni che amo sono di mare mosso o scaduta quindi i piombi tendono spesso a insabbiare e sono difficili talvolta da tiraf fuori se non con diametri di lenza adeguati ho pensato di imbobbinare del tracciato da 0.18 secondo te potrebbe essere una soluzione valida?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi Brakardi (Autore Post)

      Ciao Angelo, il trecciato dello 0,18 è bello spesso e non l’ho mai usato così grosso. “a naso” direi che prenderebbe molta più corrente, ma non ti resta che provare tu stesso e vederlo con i tuoi occhi, dato che io posso solo presumerlo 🙁

      Rispondi
  2. nicola

    tutto molto interessante

    Rispondi
  3. Carlos Angelozzi

    Ciao Roberto, parli della tua maniacalità x la pulizia e leggerezza delle tue montature, tanto da indurti a rinunciare anche al baitclip. Ti chiedo se secondo te hanno una qualche utilità i gommini conici che molti (come me) usano x coprire il nodo tra il trave e lo sgancio rapido del piombo, oppure, se non si fa l’asola, per coprire il nodo tra la parte alta del trave e la girella. La mia “fissa” è che aiuti a far scivolare meglio alghe o che ricura il pericolo d’incaglio. Dico una stupidaggine?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi Brakardi (Autore Post)

      Ciao Carlos, non uso protezioni sui quei nodi perchè non mi danno nessun beneficio, quindi preferisco scegliere l’opzione più semplice. Poi non ci sono problemi se parli di marchi, qualunque essi siano 😉 Questo è il mio blog e non ci sono vincoli per nessuno 🙂

      Rispondi
  4. Mario

    Ciao Roberto…ci sarebbe il modo di fare ground senza spappolare l’esca come il verme?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Si Mario, bisogna imparare un lancio progressivo, usando anche il sinistro (o il destro se sei mancino), e in ogni caso difficilmente spiegabile a parole 🙁

      Rispondi
      1. Alessio

        Ciao Roberto. Io pesco a Torvaianica centro Lazio vorrei avere un consiglio. Che tipo di esca e tipo di amò per catturare orate grazie mille

        Rispondi
  5. Giuseppino Piga

    Buongiorno Roberto, per lanci più lunghi dove è meglio imbobinare il filo : bobina alta conica? O bobina alta grossa o larga?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Ciao Giuseppino, io preferisco sempre bobina alta, larga e conica

      Rispondi
    2. Roberto Accardi (Autore Post)

      Alta conica a vita!

      Rispondi
  6. Cipolla Roberto

    Ciao Roberto.
    Ne approfitto di questo tema per chiederti se puoi realizzare un video innerente ai travi mono ame di tipo clippato.
    Mi trovo spesso alla continua ricerca di lunghi lanci per via degli spot di pesca che frequento.
    Ovvero acque poco profonde e ahimé tanta troppa differenza anche di 20/25 mt tra bassa e alta marea.
    So che dei buon side angolari meglio ancora dei ground ben eseguiti possono fare la differenza
    Ancor di più se eseguiti con travi clippati.
    Cordiali saluti Roberto Cipolla.

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Ciao Roberto, non sono un utilizzatore di bait clip, ma mi rendo conto che è un dettaglio tecnico che in effetti bisogna inserire sia tra gli articoli che nei video… Vedrò di organizzarmi 😉

      Rispondi
  7. Roberto

    Ciao Roby, pescare a distanza quindi usando braccioli corti (da 45 per esempio) quanto influisce se abbiamo il mare calmo sulle eventuali possibilità di allamare qualche pesce?

    Rispondi
  8. Leo

    Ciao Roberto….sono un agonista alle prime armi se così posso definirmi…ho avuto modo di apprezzare veramente i tuoi consigli mettendoli in pratica e x questo ti ringrazio…ho una grande difficoltà con i le spiagge a fondale basso, quelle spiagge che x lunghissime distanze restano molto basse…vorrei chiederti quale secondo te sarebbe l’assetto migliore x affrontare queste tipologie di spiagge….braccioli lunghi? O corti?
    Essendo fine marzo troverò un mare non troppo mosso e in considerazione di eventuali condimeteo di calma cosa mi consigli?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Ciao, purtroppo arrivare lontano con braccioli lunghi richiede ottime doti “balistiche”, per cui in attesa che queste arrivino conviene sempre attestarsi su braccioli max 70 cm, e al limite sacrificare uno o due ami a seconda dei casi. Considera che una o due esche in meno significano tantissimi metri in più 😉

      Rispondi
  9. Enzo Del Gaudio

    Ciao Roberto, non so se qualcuno ne ha gia’ parlato, se si chiedo scusa, ma io avrei aggiunto anche la forma del piombo.

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Ciao Enzo, il discorso del piombo è talmente vasto che non ho voluto includerlo in questo articolo in modo da poterlo affrontare al 100% in un servizio dedicato 😉

      Rispondi
  10. Corrado

    Ciao Roberto e grazie per questo blog che mi sta illuminando su svariati aspetti della pesca dalla spiaggia.
    Vengo al sodo e alla domanda che ti voglio fare. Pesco da diversi anni e solo adesso, dopo essermi fatto un po le ossa, vorrei iniziare ad utilizzare attrezzature un po più “tecniche” e quindi di conseguenza più costose. In particolare riguardo alle prestazioni delle canne, tu reputi, vista la tua esperienza, che un lancio eseguito con una canna in tre pezzi di una certa “levatura”, a parità di zavorra, montatura e “ometto che lancia”, possa dare metri in più rispetto ad una telescopica di fascia media? Oppure la differenza la fa il “manico” di chi lancia in entrambi i casi? In soldoni se io lancio 100mt con una telescopica, che vantaggio ho con una ad innesti in termini di metri?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Ciao Corrado, io ho iniziato a fare le gare con delle telescopiche che hanno fatto la storia (parlo delle Black Fury del secolo scorso…). Posso solo dirti che appena ho imparato a lanciare le telescopiche mi sono diventate subito “strette”, perché hanno comunque un limite che arriva decisamente prima di quello di una tre pezzi. Sento quindi di potermi sbilanciare in modo netto, dicendo che il passaggio dalla telescopica alla tre pezzi non potrà che giovarti in termini di prestazioni di lancio.

      Rispondi
      1. Corrado

        Grazie!

        Rispondi
  11. sandro

    ciao roberto,volevo chiederti una cosa riguardo il rapporto di recupero dei mulinelli.piu e alto il numero(es.4,7:1) piu e veloce,piu basso e il numero piu e potente.ma quando serve l uno e l altro?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Il mulinello con recupero lento lo consiglio al pescatore appassionato che vuole godersi il recupero delle prede. Io per esempio, quando sono in gara preferisco avere recuperi veloci per guadagnare tempo (o meglio, per non perderne troppo quando recupero).

      Rispondi
      1. sandro

        ok grazie ho imparato un altra cosa 🙂

        Rispondi
  12. sandro

    ma questo trave si puo usare anche sulla corta distanza?

    Rispondi
  13. sandro

    ho una bobina di filo rosso posso usarla per fare i travi?

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Come ho avuto già modo di scrivere da qualche parte, io non so cosa vedano i pesci, e non immagino neanche come faccia chi dica di esserne a conoscenza. Nel dubbio uso sempre tutto di colore neutro. Il colore trova spazio man mano che mi allontano dall’esca; ad esempio in bobina nel mulinello.

      Rispondi
  14. sandro

    son ancora io…io utilizzo lo schokleader conico trabucco che e imbattibile in quanto a tenuta al nodo di sangue e scorrevolezza pero volevo chiederti se uno spezzone di naylon con albright puo andar bene? nel senso che il conico si assottiglia mentre lo spezzone son almeno10metri di filo minimo 0.40 che fa piu attrito nella fuoriuscita

    Rispondi
    1. Roberto Accardi (Autore Post)

      Entrambe le soluzioni vanno bene, con l’unica differenza che la prima è quella più comoda e veloce, ma nulla vieta di adottare anche l’altra senza particolari penalizzazioni

      Rispondi
      1. sandro

        grazie gentile e cortese

        Rispondi
    2. Pasqualino

      L’imbobinatura del mulinello influiesce sulla distanza? Mi spiego meglio: se la bobina non é completamente piena ma mancano alcuni metri di filo si perde in termini di distanze?

      Rispondi
      1. Roberto Accardi (Autore Post)

        Ciao pasqualino quello che perdi o guadagni a seconda di quanto riempi la.bobina è a mio avviso talmente irrilevante che puoi tranquillamente imbobinarla come.ti pare 😉 l’unico problema grave lo.hai quando riempi troppo la.bobina e allora sarà una parrucca a fartelo notare 😉

        Rispondi
        1. Pasqualino

          Grazie. Un’ altra domanda: i mulinelli per fare manutenzione é necessario che ogni tanto sull’albero interno sia passato del grasso? Il filo della bobina ogni quanto va cambiato?

          Rispondi

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