COME PESCARE IL SARAGO

roberto accardi sarago seppia
stefano rosseghini sarago

Una delle prede più ambite dal surfcaster è il sarago, e vi assicuro che spiegare come pescare il sarago non è affatto semplice.

L’aspetto più complicato è certamente quello legato alle condizioni meteo: tante volte si va alla ricerca dei c.d. “saragoni” con condizioni meteo marine perfette e… si rimedia un solenne cappotto!

Ma le insidie non finiscono qui! Ci sono anche delicati aspetti da curare, come ad esempio la presentazione dell’esca, la lettura della spiaggia, la giusta montatura.

Tutti questi aspetti saranno l’oggetto di questo articolo, che vi darà una carrellata di informazioni su come pescare il sarago, uno dei pesci più belli e potenti che la spiaggia ci possa regalare, e nello stesso tempo anche uno dei pesci da preservare maggiormente (leggerete più avanti).


CONDIZIONI METEO MARINE

piramide cono palla sfera pyramidon

Cominciamo da quello che è il tipo di mare che bisogna cercare: certamente mosso, molto mosso, per chi ha tanto tempo da dedicare alla pesca va bene anche il mare montante; diversamente cercheremo la scaduta.

Cos’è la scaduta?

Per scaduta si intende la fase in cui il mare smette di crescere e comincia a decrescere: da cosa ci accorgiamo che il mare sta “scadendo”? Da qualunque app meteo che dia come informazione l’altezza dell’onda.

Quando si passa nell’arco di una giornata da altezze superiori ai due metri (considerate che ogni tanto si verificano mareggiate con altezze vicine ai 10 metri eh!), verso altezze attorno al metro (per grandi linee) possiamo dire che il mare in quel momento sarà in “scaduta”.

Vi avviso! In queste condizioni sarà probabile imbattersi in qualunque preda fuorché i saraghi, oppure torneremo con il secchio vuoto, e tutto questo accadrà senza dubbio tante volte!

Voi vi starete chiedendo perché con il sarago si rischiano tutti questi cappotti?

In generale il “surfcasting” è una disciplina che regala tante soddisfazioni ma anche tanti cappotti.

Quante volte ci siamo detti, o abbiamo sentito dire: “mare perfetto, condizioni perfette, ma zero pesci”.

Io l’ho detto (e l’ho sentito dire) TANTISSIME volte 😉


PERIODO DELL’ANNO

simone granini accardino

L’inverno è sicuramente la stagione ideale per cercare le scadute, periodo in cui le mareggiate si susseguono con più frequenza, il freddo, il vento, la temperatura dell’acqua che scende: tutti ingredienti positivi.

Sia chiaro che nelle altre stagioni non è che i saraghi “non esistono”… solo che è più difficile trovare le condizioni ideali in stagioni che non regalano mareggiate e temperature che abbassino quella dell’acqua.


sarago roberto accardi blog surfcasting

SPOT

Gli spot che preferisco affrontare quando devo andare a cercare i saraghi sono le spiagge abbastanza piccole, racchiuse tra promontori di scogli, oppure grandi spiagge che al largo presentano zone rocciose.

Ma dalla teoria alla pratica c’è sempre un abisso: sono sempre le condizioni meteo marine a dettare legge!

Se il mare è molto forte, lo spot in cui esercitare l’azione di pesca sarà una spiaggia molto profonda, e non sempre corrisponde alle caratteristiche che ho appena descritto.


LE ESCHE

calonica esca surfcasting robertoaccardi

Per dare una reale idea di come pescare il sarago devo prima di tutto chiarire che “i vermi per questo tipo di pesca devono stare a casa”.

So benissimo che anche con i vermi possiamo insidiare qualche sarago, ma l’uso del verme innesca una serie di reazioni a catena che poi portano all’uccisione o al danneggiamento di piccoli esemplari, che sono da tutelare.

La reazione a catena vi incuriosisce? Eccola qua:

Se andiamo col mare molto mosso con vermi come arenicola, coreano, ecc (mi vengono i brividi 😀) certamente non utilizzeremo ami adeguati ai grandi saraghi e ai grandi inneschi (che vi mostrerò tra poco).

Il meccanismo che il verme porta ad usare ami più piccoli mette in moto la voracità dei saraghi piccoli, ed ecco che il danno inizia a concretizzarsi…

La misura minima del sarago è all’incirca di 20/23 centimetri a seconda della specie, ma se avete un buon cuore, evitate di mettervi nelle condizioni di pescare questi piccoli esemplari.

Purtroppo in passato anche io ho commesso questo errore, e sono giunto alla conclusione che è meglio un amo adeguato a esemplari sopra il mezzo chilo e rinnovare le esche ogni 10 minuti a causa dei saraghetti, piuttosto che rischiare di allamarli 😉

Scusate il super preambolo, ma ci tenevo a sensibilizzarvi su questo delicato argomento.

Torniamo alle esche!

Le mie preferite sono senza dubbio il cannolicchio e la seppia, ma anche il bibi ha la sua bella importanza. A volte anche il mini innesco di sardina può dare risultati interessanti, così come il fasolare (anche se quello preferisco mangiarlo 😀).

Il cannolicchio è certamente quello più soggetto “ad usura”, sia da parte del moto ondoso, sia da parte degli eventuali pesci di piccola taglia.

In questo particolare caso mi piace passare alle “esche combinate”, abbinando il cannolicchio ad una esca “dura” come ad esempio la striscia di seppia.

Sul mio canale Youtube trovate parecchi video con il mare mosso in cui mostro questo innesco combinato, ma trovate anche i vari tutorial su come innescare il bibi e il cannolicchio 😉


Eclettica la montatura a 4 snodi di Roberto Accardi combinazione 3

LE MONTATURE

Quale sarà la montatura che dovrà ospitare gli inneschi appena descritti?

Le condizioni meteo marine dettano legge, per cui abbiamo già un dato certo:

“l’amo pescatore possiamo ignorarlo, salvo utilizzarlo nella fase più avanzata della scaduta”

Quando mi trovo ad affrontare il mare molto mosso ho tre soluzioni, e nessuna di queste prevede tre ami, ma solo due oppure uno.

Ora ve le mostro tutte e tre:

MONTATURA A DUE AMI versione corta

Questa montatura, che non è niente altro che una montatura ECLETTICA con gli ami nella sua parte centrale, in modo che quella basso non tocchi il piombo e quello alto non tocchi l’aggancio con lo shock leader.

Il suo diametro sarà adeguato al piombo che intendiamo lanciare, e allo stile di lancio in nostro possesso: generalmente si va dallo 0,50 allo 0,70.

I suoi braccioli saranno lunghi dai 50 cm in giù, a seconda della potenza del mare.

MONTATURA A DUE AMI versione lunga

Come avrete già notato, è la stessa identica a quella appena presentata, con l’unica differenza che i braccioli saranno un po’ più lunghi, ma non oltre i 70/80 cm (è sempre il mare a comandare, ricordatevelo).

MONTATURA MONOAMO

Chiamata anche short rovesciato, favorisce l’uso di un bracciolo ben più lungo rispetto alle due soluzioni appena rappresentate, ma richiede anche molta esperienza sul corretto rapporto tra lunghezza del bracciolo e il suo diametro.

Se volete vedere la soluzione monoamo e biamo con possibilità di doppio utilizzo, poi leggete anche questo articolo “Le montature ad uno e due ami”.


roberto loi sarago

LA SCELTA DELL’AMO

Piano piano siamo arrivati alla fine: la scelta più importante, quella che determina l’esito favorevole della cattura.

Un amo poco resistente potrebbe aprirsi, spaccarsi, piegarsi. Una forma sbagliata potrebbe favorire la slamata.

Attenzione però, che l’amo giusto su un innesco troppo grande per la sua misura è spesso fonte di slamate o di mangiate a vuoto.

Infine, l’amo è anche una questione di feeling personale, quindi io vi racconterò il mio favorito per questa pesca, ma se voi avete idee o convinzioni o affinità con forme diverse applicatele pure.

Tanto poi alla fine è sempre il mare a parlare: se ogni 5 mangiate prendi un pesce c’è qualcosa che non va 😀

A me piace usare l’amo a gambo corto, e ovviamente robusto, con la punta che va verso il gambo, e se questa è anche disassata diventa perfetto per il mio modo di pensare.

Vista la mia ampia conoscenza dei prodotti Trabucco, azienda della quale sono fiero di esserne testimonial dal 2015, posso darvi la mia serie preferita: la Hisashi 10026 che oltre tutto ha anche una scala di misure che arriva sino alla 5/0!

Certamente ami robusti e ben affilati, la cui forma può ispirarvi per andare a comprare quelli che vi ispirano di più 🙂


…E I BRACCIOLI?

Qualcuno si starà già chiedendo: “e il bracciolo di che diametro deve essere?”

Su questo importante dettaglio l’argomento è talmente vasto che vi rimando direttamente all’articolo che spiega come trovare il giusto rapporto tra lunghezza e diametro del bracciolo.

In questi casi è sempre la forza del mare a dirci se un diametro è troppo sottile, oppure la stessa preda se durante un combattimento troviamo il bracciolo tagliato 😉 

Per grandissime linee, per esperienza, considerando la taglia delle prede, la loro dentatura, le condizioni del mare che solitamente favoriscono la cattura dei saraghi, raramente sto sotto lo 0,30 😉 

Se avete qualche domanda, non esitate a scrivere nel form che c’è qui sotto, vi risponderò appena posso 😉 


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10 Commenti

  1. Marco Altamura

    Ciao Roberto,come sempre bellissimo articolo,e molto preciso nelle spiegazioni.
    Esco fuori dal tema,ho una domanda da farti
    Come faccio a venire a conoscenza di quando si terrà un nuovo corso di lancio o di un nuovo corso di pesca,da te tenuto,così da poter partecipare?Dove posso andare ad informarmi?
    Non so se mi sono spiegato nel modo giusto.
    Se mi dai delle indicazioni sarei contento.
    Grazie. Coach.

    Rispondi
    1. Roberto Accardi Brakardi (Autore Post)

      Ciao Marco, a volte pubblico la notizia nella pagina Facebook (https://www.facebook.com/roberto.brakardi.accardi/)

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  2. Vincenzo

    Super Roberto COMPLIMENTI SEMPRE IL TOP

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  3. Simone

    Grande ct Roberto come sempre un articolo intusiasmante e ricco di notizie e suggerimenti … Una domanda … Le esche e e le montature sono validi per tutti e 5 i tipi di saraghi del mediterraneo ? Oppure bisogna avere qualche accortezza in più a seconda del tipo ? Grazie come sempre per tutto quello che fai per tutti i pescatori

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    1. Roberto Accardi Brakardi (Autore Post)

      Gli accorgimenti sono gli stessi per qualunque tipo di sarago, anche perchè non saprai mai quale tipo si aggancerà al nostro amo 🙂 tutto questo escludendo, ovviamente, la sparlotta 😀

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  4. ROBERTO

    Ottimo articolo Roberto. Posso solo darti ragione! Quest’anno, a febbraio ne ho presi 5 nel corso della stessa battuta, con amo 1/0 e cannolicchio. La zona aveva proprio un bellissimo scoglio davanti e il mare ruggiva. In tutti i casi, Anche se erano abbondantemente sopra i 20 cm, li ho rilasciati tutti ❤️❤️❤️. Adoro il sarago quando si fa prendere.

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    1. Roberto Accardi Brakardi (Autore Post)

      Grazie! 😊 Anche per aver condiviso la tua esperienza. Posso sapere che modello di amo stavi usando?

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      1. ROBERTO

        Buongiorno Roby, scusa il ritardo. Solitamente mi fornisco di ami presso un venditore a Bracciano abbastanza fornito di prodotti che mi piacciono. Li ho comprato le mie 2 Cassiopea e gli ami, rigidamente trabucco Hisashi. Non ho la bustina sotto mano ma utilizzo solitamente gli F31 e ami a gambo corto con punta a becco d’aquila forse proprio quelli che suggerisci nei tuoi articoli.
        Vorrei farti una domanda io ora. Ho letto il tuo articolo dove parli della Khamshin. È una canna affidabile? Sai, avvicinandosi Natale ci sto facendo un pensierino…
        P.S.: ti sto guardando su YouTube (Is Arenas ❤️❤️❤️)

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        1. Roberto Accardi Brakardi (Autore Post)

          Ciao Roberto!
          gli ami che suggerisco per la pesca al sarago è l’Hisashi 10026. Il modello F31 è forte e resistente, ma se so che ci sono questo tipo di prede lo metto in disparte. Per la Khamshin ti dico che va bene se intendi utilizzarla nella sua doppia configurazione, o per la maggior parte delle volte con il Japan Style 😉

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          1. ROBERTO

            Grazie! Ho rivisto la bustina, sono proprio i 10026 quelli che ho utilizzato nell’occasione. Li preferisco in situazioni estreme diciamo quando cioè innesco esche voluminose

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