Le canne da spinning

Salve a tutti cari lettori, oggi vorrei parlarvi di come letteralmente leggere le canne da spinning.

Infatti diverse volte ho visto amici o conoscenti decidere di intraprendere questa tecnica e, andati di getto da qualche negoziante (che vuoi per voglia di vendere vuoi per poca conoscenza della tecnica), hanno acquistato degli strumenti totalmente inadeguati per quello che poi avrebbe dovuto essere il tipo di spinning da praticare.

In questo articolo non parleremo di come scegliere la canna: quello infatti lo faremo in articoli futuri in quanto ogni tecnica dello spinning ha delle sue richieste in ambito di attrezzatura.

Qui impareremo appunto a leggere quello che su questi attrezzi (o magari sul catalogo) sta’ scritto e solo successivamente andremo nello specifico quando parleremo delle singole tecniche in cui vengono usati.

Intanto, per chi si avvicina per la primissima volta alla pesca, vediamo com’è composta una canna da spinning.


STRUTTURA ESTERNA


GRIP/IMPUGNATURA

Partendo dal basso troviamo l’impugnatura che è composta da 3 sezioni:

Esempio di Grip di una Canna da Shore jigging (Sonio 100m RG)

Rear grip (impugnatura posteriore) la quale lunghezza può variare enormemente in base alla tecnica per cui la canna viene pensata: questo è uno dei dettagli che spesso pescatori e negozianti ignorano parecchio; infatti un’impugnatura più corta aiuta a gestire artificiali che hanno bisogno di movimenti di polso (come nell’eging), mentre un grip lungo (spesso accompagnato da un “pomolo da combattimento“) aiuta sicuramente nel lancio di esche importanti, nella loro gestione e nel combattimento di grossi pesci (come nello Shore Jigging).

Reel Sit (Placca per mulinello) essenziale! E’ qui che infatti andremo ad agganciare il nostro bel mulinello da spinning! La placca deve essere sicura e comoda: infatti deve permettere sia al nostro mulinello di rimanere ben saldo senza troppi giochi (in canne per pesche più gravose ci sarà spesso una doppia ghiera), sia alla nostra mano di poterne stringere la parte terminale comodamente.

Esempio Grip di una canna da light spinning (Snipe S78xx RG)

Front Grip (impugnatura frontale): anche questa zona (come il rear grip) varia di lunghezza in base alla tecnica e, sempre come per l’impugnatura posteriore, sarà molto corta per tecniche leggere o ultra-leggere (alcune volte anche un semplice prolungamento di pochi centimetri della placca) o estremamente lunga per tecniche più gravose.

Mediamente sono in commercio impugnature fatte in sughero (quindi in materiale naturale) o in E.V.A. espanso (sintetico ed inattaccabile da funghi e batteri).

Ma cosa intendevo io per grip lungo” o “corto” prima? Ecco, per chiarezza vi darò le misure delle impugnature delle mie due principali canne da spinning:

CannaTecnica di utilizzoGrip TotaleRear GripFront Grip
Zenaq Snipe S78xx RGLight – Medium Spinning385 mm290 mm35 mm
Zenaq Sonio 100M RGMedium – Heavy Spinning / Shore Jigging790 mm495 mm250 mm


Dunque, in soldoni: guardando al grip potreste già avere un’idea del tipo di esca e/o tecnica per la quale la canna è stata concepita.


BLANK/FUSTO

Finita l’impugnatura troviamo la parte esposta del Blank (chiamato anche “grezzo” o “fusto” della canna) in tutto il suo splendore.

Perché “parte esposta”? perché il grezzo è in parte nascosto dal grip (anche se, in canne molto Low-Cost, questo viene semplicemente incollato all’interno dell’impugnatura con il rischio che possa separarsi nel tempo).

Ecco, sul fusto potremmo letteralmente scrivere un trattato di fisica (cosa che non mi dispiacerebbe) partendo da quello che in tanti nominano spesso senza avere idea del suo significato: il “modulo”.

Questo famoso “modulo elastico” dipende e viene calcolato su un campione del materiale della fibra di partenza e, detta molto velocemente, un materiale con modulo elastico maggiore è più resistente alla deformazione rispetto ad uno con valore più basso (ma va?!).

E quindi? Quindi se ipotizzassimo di avere due canne concepite per lo stesso tipo di spinning, con casting range, azione e lunghezza (tutte proprietà che esploreremo di seguito) ma di modulo differente troveremo sicuramente che quella a valore più elevato sarà certamente più leggera, compatta in sezione, reattiva (nonostante azione similare), sensibile (nel senso che avrebbe una maggiore capacità di trasmettere le vibrazioni attraverso il blank fino alla nostra mano), in pratica uno strumento di livello più alto e spesso anche polivalente.

Come si legge il modulo? Spesso è espresso in “ton” (tonnellate): per adesso vi basti sapere che da 20 a 60 ton si parla di “alto modulo” mentre da 70 ton in poi si parla di “altissimo modulo”.

Su tale argomento mi piacerebbe fare un piccolo approfondimento per i più curiosi e bramosi di sapere tra qualche tempo.


ANELLI

Essenziale nello spinning è acquistare delle canne con dei buoni anelli.

Infatti questi devono essere leggeri (non devono appesantire il sistema pescante), resistenti agli sforzi (ricordiamoci che lo spinning è indirizzato alla cattura di predatori importanti), adatti al trecciato, resistenti alla salsedine e ben proporzionati alla canna in dimensione, disposizione e numero.

Ma prima di tutto: com’è composto un anello? Perchè è così importante?

anello a ponte singolo

L’anellatura di una canna è la guida che permette al nostro trecciato di scorrere per tutta la lunghezza del grezzo, ecco perchè (ricordandoci che il braid è estremamente sensibile all’abrasione) la superficie di contatto con il filo deve essere limitata (infatti la maggior parte delle guide hanno l’anello interno a sezione tonda) ed estremamente liscia.

Essi sono composti da una struttura di sostegno esterna (che chiameremo “ponte“) che va’ a connettersi tramite delle particolari legature alla canna ed un anello interno.

Il ponte è quasi sempre metallico (esistono anche dei ponti in carbonio come gli “AGS”) e deve assolutamente essere resistente alla salsedine e commisurato al tipo di tecnica per la quale la canna è stata ideata: esistono infatti anelli a “doppio ponte” (per tecniche medio-pesanti e pesanti) ed anelli a “ponte singolo” (per tecniche leggere o medio-leggere).

anello a doppio ponte

Per quanto riguarda invece la parte interna dell’anello (quella che in gergo si definisce “pietra“) può essere composta di diversi materiali: Ossido di Alluminio, Carburo di Silicio (SiC), alcune leghe di ceramica e metallo, Alconite, Titanio, ecc.

Ecco, diciamo più semplicemente che per la nostra pesca a spinning (dove l’uso del trecciato è praticamente d’obbligo) le pietre più utilizzate sono sicuramente l’Alconite ed il SiC.

In fine abbiamo certamente il numero di anelli.

Esso infatti non deve essere troppo basso anzi, in linea puramente teorica, maggiore sarà la quantità delle guide lungo la canna e meglio riusciremo ad apprezzare le caratteristiche elastiche del nostro grezzo.

poligoni inscritti in circonferenza

Per intenderci, immaginate di avere una circonferenza e di disegnare al suo interno un quadrato: esso non potrebbe mai, neanche in lontana approssimazione, essere vicino al cerchio.

Disegnate adesso all’interno della stessa circonferenza un ottagono, un decagono e via via discorrendo.

Benissimo, vedrete come, man mano che i lati del poligono inscritto aumenteranno, esso si avvicinerà sempre di più alla forma del cerchio.

Ovviamente non è possibile inserire un numero eccessivo di guide lungo la lunghezza della canna in quanto deve esistere una distanza tra un anello e l’altro che permetta, soprattutto in fase di lancio, di smorzare gradualmente le spire del trecciato che escono dalla bobina del mulinello.

Tale distanza (se limitata) può permettere anche di affrontare venti laterali che, eventualmente, influenzerebbero il lancio dei nostri artificiali.

Diciamo che, in generale, gli aneli delle canne da spinning (dal light fino allo shore) vanno da un minimo di 6 fino ad un massimo di 15.


CARATTERISTICHE TECNICHE


NUMERO DI SEZIONI

La prima cosa che salta all’occhio in una canna è certamente la sua composizione in termini di numero di sezioni.

Cosa voglio dire con ciò? Nello spinning esistono molteplici tipologie di canne suddivise in base a come esse possono essere, permettetemi il vulgo, “suddivise” e “trasportate”.

Partiamo con quella che, da un punto di vista puramente fisico, sarebbe “l’ideale perfetto”: la canna monopezzo.

Infatti avere uno strumento senza alcuna interruzione ci permetterebbe di apprezzare alla perfezione tutta l’elasticità del grezzo e del materiale del quale esso è composto senza alcun punto debole o zona di interruzione di tale costanza.

Tutto molto bello, ma come la trasportiamo una canna che non si smonta? Immaginate di avere una stupenda monopezzo che misuri tra 1.8m e 2.1m, misure accettabili in quanto, messe in diagonale, dovrebbero entrare all’interno di un’automobile di medie dimensioni…ma se la canna fosse più lunga? Come potremmo trasportare una monopezzo da più di 2.4m?

Un piccolo aiuto a tal riguardo sono certamente le canne chiamate “off-set” ovvero degli strumenti che hanno un blank unico che si innesta all’interno del grip dandoci una resa quasi identica a quella di una tutta d’un pezzo e facendoci però risparmiare un po’ di spazio in fase di trasporto (in media una quarantina di centimetri).

Diamo una piccola nominata alle canne telescopiche che, seppur comodissime nel trasporto, peccano in robustezza ed azione vista la loro struttura interna.

canna 2 pezzi

Queste canne infatti hanno delle pareti parecchio sottili che devono permettere alle cavità interne di far alloggiare le varie sezioni che le compongono.

Ecco che arrivano in nostro aiuto le canne a più pezzi.

Esse (in particolar modo le 2 pezzi) sono in assoluto le più utilizzate nello spinning in quanto riescono a darci dei blank robusti e (anche in fasce economiche) delle azioni abbastanza approssimabili ad una parabola oltre che a degli innesti estremamente resistenti e precisi.

Le 2 pezzi sono infatti spesso il compromesso migliore tra efficacia e facilità di trasporto.

Ovviamente esistono anche le travel (canne con più di 3 sezioni) che, con ingombri veramente ridicoli, riescono a poter essere spesso trasportate anche all’interno di una valigia.

Attenzione però: ricordiamoci che più innesti sono presenti per la lunghezza della canna e più perderemo in morbidezza e robustezza della stessa.


CASTING WEIGHT

Passiamo alla lettura vera e propria: infatti iniziamo a capire le scritte che troviamo sul fusto della nostra canna passando da quella che molti conoscono come la “grammatura“.

Infatti il Casting Weight altro non è che l’intervallo di artificiali espressi in grammi o once (1oz=28g) che la canna può gestire.

Attenzione: gestire, non lanciare (cosa che vedremo nel paragrafo in cui parleremo di azione).

Infatti una canna da spinning può essere capace in lancio di sopportare un peso superiore anche del 15-30% (in alcuni casi anche 50%) rispetto al limite del CW senza però darci la possibilità di un giusto controllo e di un lancio adeguato.

Ecco perchè alcune case specificano non tanto il “casting weight” quanto il “best match” ovvero il “miglior range di utilizzo” definendo anche la tipologia di artificiale.

Per esempio la mia Zenaq Sonio 100m RG ha un best match di 10-70g per quanto riguarda le hard-baits (minnow, jerk, top water, ecc.) e di 10-100g per quanto riguarda i Metal Jigs.

Dunque la canna (nel caso specifico) può lanciare senza problemi masse fino a 100g ma non riuscirebbe a gestire correttamente una hard-bait di tale peso a causa della sua resistenza in acqua (cercheremo di analizzare queste differenze in articoli specifici).

grammatura canna

Va’ da se che sforzare una canna in fase di lancio con masse maggiori della grammatura consigliata può portare alla rottura della parte terminale e ad una conseguente perdita di garanzia con il produttore.

Ma come fare a capire che tipo di artificiali la canna che stiamo tenendo in mano può gestire se la casa produttrice non ci da’ delle specifiche?

A questo risponderemo con la sezione sottostante.


LE AZIONI

Partiamo con il cercare di definire in cosa consiste questa famosa “azione“: essa può essere facilmente spiegata come la velocità che la nostra canna ha nel rispondere elasticamente ad uno stimolo.

Che vor di?

Semplicemente le canne da spinning hanno un’azione tanto più veloce quanto meno si piegano lungo la loro lunghezza se sottoposte ad uno stesso stimolo.

Facciamo un esempio pratico.

Immaginiamo di avere 5 canne l’una accanto all’altra, stessa lunghezza, stesso casting weight, stessa anellatura e persino stesso carbonio di base ma tutte con azione diversa.

Ad ognuna di queste canne attaccheremo in punta la stessa identica massa, ecco cosa vedremo:

animazione esemplificativa dell'azione di una canna

La canna più rigida si fletterà prevalentemente in punta avendo azione “extra fast“.

Subito dopo avremo la “fast” che fletterà tra 1/4 ed 1/3 della sua lunghezza totale.

Con una piega che andrà a partire da 1/3 della sua lunghezza troveremo la “medium-fast” (o moderate-fast).

Poi abbiamo la “Medium” (o moderate) che si piegherà da metà in poi.

Ed infine la “Slow” dove il nostro strumento si piegherà praticamente fino al manico.

Che gran casino eh? Che fare adesso? Cosa scegliere?

Ebbene, vi dico subito che a me personalmente gli estremi non piacciono mai: ecco perchè (a mio avviso) sarebbe come approssimare una “extra fast” ad un paletto rigido ed una “Slow” a qualcosa di eccessivamente morbido per la gestione di artificiali per il salt-water anche per tecniche ultra-leggere.

Nel nostro range restano le azioni che vanno da Medium a Fast in quanto le EF e le Slow sarebbero veramente troppo specifiche e limitanti nella scelta di artificiali.

Ecco, la domanda che dobbiamo porci è: che tipo di esche voglio utilizzare?

Una Medium è ottima per l’utilizzo di artificiali che hanno un nuoto proprio sott’acqua e che hanno bisogno di un pizzico di elasticità in più per mostrare al 100% le loro caratteristiche.

Infatti se “frustassimo” un long jerk (o in generale artificiali palettati) con una canna troppo rigida esso non riuscirebbe a contrastare la potenza della canna e semplicemente filerebbe dritto come un semplice bastoncino inanimato e privo di grazia.

Dall’altro lato però se volessimo utilizzare dei top water, dei siliconici o comunque artificiali che hanno bisogno di risposte pronte e rapide avremmo bisogno di una canna più scattante, una canna, appunto, più Fast.

Azione in pesca

Ecco perchè esistono le medium-fast: delle canne che non sono nè “canne” nè pesce (che simpaticone che sono) e che (generalmente) riescono a gestire un po’ tutti gli artificiali (oltre che essere egregie nella gestione di metal-jigs).

Ecco cosa volevo dire prima parlando di Casting Weight: se due canne da spinning, a parità di CW e lunghezza, dovessero avere azioni differenti, non sarebbero in grado di gestire le stesse esche allo stesso modo.

Ricordiamoci però che l’azione può sempre essere aiutata anche dal numero di anelli presenti lungo la canna: infatti un numero maggiore di guide ci permette una risposta migliore anche in canne meno veloci.


LUNGHEZZA

Sulla lunghezza non ci “dilungheremo” molto (sempre un gran simpaticone io).

Infatti oggi le canne da spinning vanno da una lunghezza di circa 1.8m (per il trout area o pesche ultra leggere arriviamo anche a poco più di 1.1m) ad una di 3.3m (anche se io in primis ho avuto una canna da Shore Jigging da 3.9m).

Azione in lancio

Va’ da se che una canna più lunga faciliterà una migliore progressività della piega e ovviamente, all’aumentare della lunghezza, anche il momento angolare in fase di lancio sarà maggiore.

E quindi? Semplicemente una canna più lunga ci permette di lanciare (sempre a parità di casting weight ed azione) lo stesso artificiale a distanze certamente più elevate con maggiore facilità.

Daje! Acquistiamo tutti delle belle canne per lo spinning da 3.3m e spariamo esche a 120m allora! eeeeeee…no…

Semplicemente la lunghezza del vostro “strumento” (eheheheh) dipende assolutamente dagli spot che frequentate maggiormente:

una canna corta ci aiuterà certamente quando frequentiamo posti dove ci troviamo a livello dell’acqua o comunque di poco al di sopra.

una canna più lunga è certamente utile generalmente in scogliera dove di fatto ci troviamo sopraelevati.

Generalmente per uno spinning da light a medio-pesante le lunghezze si aggirano da circa 2.1m a 2.7m mentre in tecniche più importanti (come ad esempio lo shore jigging) abbiamo canne dai 2.7m ai 3.3m.

Esploreremo nel dettaglio le esigenze quando parleremo della scelta della canna nello specifico.

Un’ultima cosa: spesso troviamo la lunghezza scritta in “piedi“, vi basti sapere che 1 piede equivale a 30.5cm ed 1 pollice a 2.54cm (aprire google ed usare il convertitore?) ed il gioco è fatto.


Line Weight/Libraggio

Abbiamo parlato un po’ di tutto: casting weight, azione, lunghezza, ecc. ma possibile che ‘ste canne da spinning siano indistruttibili?

Ovviamente no! Ecco perchè esiste il Line Weight (volgarmente detto “libraggio“) che ci spiega qual è l’intervallo di “lavoro elastico” della canna commisurato al filo che andremo ad imbobinare nel nostro mulinello.

Ma analizziamo bene:

Line Weight

In pratica questo dato è espresso come un intervallo che può essere indicato in Libbre (1Lb circa uguale a 453g), Kg o PE (se non sapete cosa sia il PE vi invito a leggere il bellissimo articolo sul trecciato del nostro Luca).

Avremo dunque un valore minimo sotto il quale la canna sarebbe troppo potente per la nostra treccia e di contro un valore massimo oltre il quale (udite udite) sarebbe la nostra treccia a vincere sulla canna.

E quindi? Mattia, che stai a di’?

Spieghiamolo con un esempio veloce.

Immaginiamo di essere così pirla da avere una canna che regge un massimo di 8Kg, di montarci un bel filo e terminale con carico di rottura di 11Kg e di pescare con la frizione serrata del nostro bel mulinello con 10Kg di max drag.

Tutto procede bene (??) finchè un bel tonno di oltre 20Kg si aggancia e per certo (ipotizzando che non ci tiri con se in acqua) nella frazione di 2-3s sentiremmo semplicemente un sonoro “crack”…ebbene si, la nostra bella canna ci abbandona perchè abbiamo deciso di scegliere la via dell’analfabetismo funzionale e non leggere le specifiche.

Ecco, anche di questo argomento parleremo nello specifico nella discussione sulla scelta del trecciato da abbinare ad una combo da spinning.

Ed eccoci alla fine di questo parto: perchè si, tra lavoro, studio, pesca, ecc. riuscire a scrivere questo poema (sul quale potrei ancora scrivere per giorni) è stata una gravidanza in miniatura.

Che cosa è stato detto? Tutto e niente: ora però saprete certamente leggere le canne da spinning; di come sceglierle in base alla tecnica e gli spot parleremo prossimamente.

Per adesso vi invito a farmi visita sui social (dove sono disponibilissimo a consigli di ogni genere) e, come sempre, di tenervi pronti per i prossimi articoli.

Stay Tuned.


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