Ed ecchise qui! Un primo articolo di approfondimento su una questione che, spesso, viene o ignorata o comunque non ben compresa: la “velocità di recupero” nei mulinelli da spinning.
Nell’articolo sui mulinelli da spinning (se non lo avete letto ❗❕FATELO❕❗), introdussi il “rapporto di recupero” ma ormai sempre più spesso le case ci indicano, assieme alla proporzione “giri di rotore per giro di manetta“, un valore in “cm” di filo recuperato.
Questo valore spesso viene impropriamente definito “velocità di recupero“.
In questo articolo cercheremo di capire perchè NON bisogna quasi mai leggere questa misura e prenderla per verità assoluta e soprattutto CHE COSA REALMENTE E’ QUESTA BENEDETTA VELOCITA’ DI RECUPERO!
Perchè credetemi, ogni volta che chiamate quel valore con l’appellativo di “VELOCITA'” di recupero, GALILEO GALILEI (mica un pirla chiunque) si sta’ letteralmente rivoltando nella tomba!
Perchè comprendere la velocità di recupero?
Ecco, come in ogni aspetto della vita (ance se purtroppo si sta’ un po’ perdendo l’abitudine), la prima domanda da porsi è: PERCHE‘ (non è forse tra le parole più belle al mondo?) diamine dovrei interessarmi alla velocità di recupero?
E’ essenziale di fatto capire quanto EFFETTIVAMENTE stiamo recuperando velocemente il nostro artificiale se vogliamo ottenere il movimento desiderato.
Infatti scopriremo che la velocità di recupero (a parità di frequenza di rotazioni della manetta) NON E’ ASSOLUTAMENTE COSTANTE!
“Oh Mattia! ma vedi che sulla scatola del mio bel mulinello 5000 sta’ già scritto 6.2:1 (105cm), a che serve dunque che ci scrivi un articolo sopra?”
EBBBRAVO SCIOCCHINO!

Secondo quello che sta’ scritto in quella proporzione (che tra l’altro è quella che trovo scritta sulla scatola del mio adorato DAIWA Certate LT 500D XH) ad ogni giro di manetta io otterrei 6.2 giri del rotore (ma voi LO SAPETE perchè AVETE LETTO l’articolo sui mulinelli…VERO?!) e che, di conseguenza, starei ritirando 105cm di filo.
A questa affermazione da me si può solo ottenere una reazione: GRASSE RISATE seguite da SGUARDO DI DISAPPUNTO ed altre GRASSE RISATE.
Il concetto è che ogni artificiale da spinning (soprattutto per quanto riguarda tutto ciò che ha un moto proprio come minnow e jerk) ha un suo “range di velocità” all’interno del quale si muoverà correttamente.
Di conseguenza (facendo l’esempio di un minnow) al di sotto di tale range il pesciolino non riuscirà nemmeno ad iniziare il suo moto “naturale” mentre al contrario schizzerebbe via in maniera incontrollata.
Cerchiamo di analizzare adesso in maniera discretamente analitica per riuscire a capire fino in fondo…
Ragioniamo insieme…
Proviamo a calcolare quanto filo riavvolgiamo con ogni giro di manetta…
Immaginiamo di avere il nostro bel mulinello imbobinato con la nostra fantastica treccia (a proposito LEGGETEVI gli articoli di Luca sui trecciati ecco la✨parte1 ✨e la ✨parte2✨)
Prendiamo un calibro e, senza applicare pressione, ricaviamo il diametro “d” della parte carica della bobina: a questo però (anche se inficia veramente MA VERAMENTE poco) elimineremo, giusto per avere un calcolo un pizzicotto più preciso, il diametro della treccia “dt”.

Sapendo che la circonferenza si ottiene con la banalissima formula “c=πd” e che il diametro effettivo (nel nostro caso) è il diametro preso con il calibro MENO il diametro della treccia, avremo che la circonferenza “c” sarà “c=π(d-dt)”.
In questo modo sappiamo quanta treccia stiamo riavvolgendo con 1 giro di ROTORE…ma quanto ne ritiriamo con 1 giro di MANETTA?!
EASY PEASY LEMON SQUEEZY!!!
Basta moltiplicare il valore della circonferenza ricavato per il rapporto di recupero (che chiameremo “r”) ottenendo dunque la formuletta “l=r*c=rπ(d-dt)” dove “l” è la lunghezza di filo imbobinata con 1 giro di manetta.
Ma qui ci vogliono I FATTI!
I NNUMMMERIII, delle formulette non se ne famo ‘na mazza!!
Vi accontento right now!
Scelgo il primo mulinello che trovo a casa…perfetto…potrei non prendere il mio bel Daiwa Certate 5000D XH?..(vuoi scegliere anche tu la taglia giusta? leggi 👉questo bell’articolo👈!)
Su di lui ho caricato un PE1 (quindi una treccia di spessore 0.165mm) ed il suo rapporto di recupero (scegli il giusto rapporto di recupero) è di 6.2:1 (quindi r=6.2).
Datemi solo il tempo di prendere il calibro e di misurare il diametro della bobina interna…49.8mm, in pratica 0.0498m (le unità di misura sono importanti!)…
Ed ecco che il risultato finale è di ben 0.967m…
Ma come?!?!? La scatola dice CHIARAMENTE 105cm (1.05m)!!!
Stiamo già recuperando quasi un buon 7.9% in meno rispetto a ciò che ci viene dichiarato…
Ma qui il punto non è dimostrare che le case produttrici ci mentono e che è tutto un GOMBLODDO!!!
‘NAMO DUNQUE AVANTI!
…eh, VOLLLEEEVIII fosse così semplice, veroh!?
Si, non so’ seriamente che titoli dare ai paragrafi: volete dirmi che preferireste una cosa come “le variazioni di velocità di recupero correlate al riempimento della bobina“?!
Sicuramente più giusto ma anche più noioso: devo o non devo tenervi svegli durante la lettura di questo articolo di approfondimento?
E no, non siamo su Instagram o altre piattaforme (*cough* onlyfans *cough* *cough*) in cui mettere una bella foto di sexy curve in mostra per tenervi sull’attenti…
Qui stiamo parlando di geometria e roba tecnica quindi, visto che in questo preciso istante ho voglia di dilungarmi blaterando cose a caso (e SI, posso farlo perchè questa sezione del blog accardiano è totalmente a mia immagine e somiglianza), lo faccio nel tentativo di strapparvi un sorriso tra uno sbadiglio e l’altro…
Ma quiiiindiii…
dove sta’ l’inghippo gente?
Come avete potuto notare dalla nostra piccola equazione “l=r*c=rπ(d-dt)”, una volta scelto il mulinello e la treccia, l’unica vera variabile è “d”…
CHE BOR DI’?
Semplice: a noi i mulinelli piace ammirarli, a noi piace sicuramente tantissimo sbavare sull’imbobinamento perfetto ecc.
Ma questi oggetti penso ci piaccia anche utilizzarli in pesca…
E che facciamo in pesca?
LANCIAMO!
Ed io personalmente lancio…lancio FORTE -semicit.
Cosa vuol dire “lanciare” nel nostro caso se non “svuotare la bobina“?
BOOOOOOOOM!!!
Capito dove voglio arrivare?
…Titolo inutile messo a caso per creare interruzioni tra un paragrafo e l’altro…
Una volta che avrò lanciato il mio bellissimo artificiale in acqua (TU! 💢si proprio tu!!💢 lo hai letto l’articolo introduttivo sugli artificiali da spinning…VERO!?!?😤) il mio bel trecciato scorrerà tranquillamente tra gli anelli della mia amata Zenaq Sonio 100m RG e, udite udite, la bobina si svuoterà fino ad un certo punto…
Ecco che il valore di “d” diminuirà e quindi anche il valore della “l” cambierà anche abbastanza drasticamente in determinati spot e con determinati tipi di pesca…
Buttiamo giù quattro numeri super veloci partendo sempre dal mio amato Certate.
Aggancio un bel jig da 80g al solid…carico il lancio e sparo l’artificiale ad una distanza che (mediamente) va’ intorno i 90-100m…immaginando di avere una batimetrica media di circa 30m e di non avere vento laterale ecc. lo lascio scendere fino a toccare il fondo…

Ho circa 120m di filo fuori e, per esperienza puramente empirica, il diametro iniziale è diminuito di circa 14-15mm (ma noi ipotizziamo 14mm).
Ricalcoliamo con il nuovo valore di “d” e troviamo come risultato 0.69m…
UN’ULTERIORE DIMINUIZIONE DEL 28% RISPETTO IL VALORE CALCOLATO A BOBINA PIENA!
Ecchise qua: il rapporto di recupero è sempre lo stesso, sulla scatola c’è scritto che con un giro di manetta sto’ recuperando un tot di cm ma, a conti fatti, non ritiro MAI la stessa quantità di filo ad ogni rotazione…
Velocità di rotazione…COSTANTE?…
Che cosa abbiamo ricavato fino ad ora?
Ve lo dico io: una LUNGHEZZA!🤭🤭
Ecco, la “velocità” infatti è definita come “la variazione della posizione di un corpo in funzione del tempo” dunque a questo punto dobbiamo aggiungere un pizzico di carne al fuoco…
Immaginiamo di stare recuperando un artificiale con una velocità di recupero nella media, daje, famo che più o meno facciamo una rotazione completa di manetta ogni secondo…
…avremo semplicemente che (ipotizzando di avere i nostri famosi 120m di filo fuori e 14mm di diametro in meno nella nostra bobina) la VELOCITA’ DI RECUPERO (quella vera) sarà di 0.83m/s e quindi circa 2.5km/h…

Tutto sereno fino a quando non ci accorgiamo che negli ultimi metri di recupero l’artificiale inizia a schizzare fuori dall’acqua…
MA PERCHE’? Io stavo recuperando in maniera costantehh!
Ma quanto costante?
Negli ultimi metri di recupero avremo che (riprendendo banalmente il primo calcolo) la velocità di recupero (oltre ad un aumento dell’angolo spazzato tra la parallela all’artificiale e la direzione del vettore recupero) sarà di 0.967m/s (circa 3.5km/h)…

…oh, siamo quasi al 40% in più rispetto a quando abbiamo iniziato il recupero!
Ecco qui: in pratica, se vogliamo REALMENTE che il moto del nostro artificiale sia COSTANTE dobbiamo gradualmente diminuire la frequenza di rotazione della manetta.
Nel caso in esempio dovremmo passare da una frequenza di rotazione della manetta che andrà da 1 rotazioni/s ad una finale di 0.6 rotazioni/s.
Staremo “apparentemente” recuperando via via più lentamente ma, nella realtà, stiamo soltanto compensando il riempimento della bobina che farebbe aumentare la velocità di recupero.
Badate: per un artificiale una variazione di 1Km/h può davvero fare la differenza tra un’esca che si muove bene ed una che se ne va’ dritta a quel paese diventando totalmente inefficace!
Conclusioni finali
Adesso non voglio che ogni volta che lanciate un’esca vi mettiate a fare mille calcoli eh!
Con questo articolo voglio infatti che capiate cosa voglia dire per me il pensiero critico e l’osservazione oggettiva di fenomeni e dati che diamo per scontati: si, partendo anche da banalità come queste del rapporto di recupero.
Riguardo la “velocità di recupero” spero si sia capito che NON ESISTE alcun valore tabulato!
Possiamo infatti dire sempre che la “velocità di recupero” non la definisce la casa produttrice: LA DEFINISCE SOLO ED UNICAMENTE L’ANGLER!!
NOI dobbiamo avere il controllo TOTALE del nostro comparto pescante basandoci sia sulle sensazioni fisiche che le attrezzature ci trasmettono, sia sul ragionamento logico e critico di ciò che sta’ succedendo.
Non lasciamoci guidare ed influenzare da ciò che leggiamo: i numeri devono essere degli input che ci aiutino a capire meglio come muoverci ed utilizzare ciò che abbiamo.
Detto ciò, dopo 3 articoli di “tutto e niente”, oggi posso dire di avere scritto qualcosa di più specifico sperando che vi sia stato utile per capire non solo qualcosa in più sulla vostra attrezzatura, ma anche la direzione che lentamente questo spazio online prenderà con il tempo…
Al solito vi invito a lasciare un commento (vi sono sempre infinitamente grato quando lasciate anche poche parole tra i commenti GRAZIE GRAZIE GRAZIE!) e, come sempre,
STAY TUNED FELLAS!!
SEGUIMI
Grandissimo Mattia, un piacere leggerti ed anche vederti su youtube. I tuoi scritti sempre molto interessanti. Grazie
Grazie per il feedback Enrico: sono questi sporadici ma preziosissimi commenti che mi gratificano e spingono a condividere contenuti!
Mattia scusa se ti ho fatto perdere tempo commentando altri articoli prima di averli letti tutti, io tuo sistema di approccio alle tematiche è unico. Ho perso tantissimi tempo documentandomi nei posti sbagliati. Sono alle mie prime uscite a sj e mi sono accorto che negli ultimi metri il jig va velocissimo e schizza fuori, la cosa mi ha fatto dubitare del corretto movimento dell’ esca ed ho pure pensato che un pg forse risolveva il problema. No avevo mai pensato al cambio di dimensioni a mulinello scarico, che xoglione 🤷🏻♂️ grazie 🙏🏻
Ahahahahah grazie mille davvero, sei troppo buono.
Inoltre non chiedere assolutamente “scusa” per nulla, ogni interazione per me è PREZIOSISSIMA!
Finalmente qualcuno che sa produrre articoli sia fruibili sia chiaro nei contenuti. Mi sei comparso tramite Google news; vabbè che i mulinelli avevano ste dinamiche lo sapevo, ma secondo me lo hai spiegato come si deve, senza mettere il cappello da docente universitario. Alla fine per pescare serve l’esperienza e articoli così aiutano chi se la sta facendo. Bravo.
Grazie mille davvero, allora mi sento di invitarti a leggere e commentare anche gli altri articoli che, generalmente, sono tutti su questa lunghezza d’onda 😉
Sono completamente d’accordo!!!
bravo Mattia ormai so che quando vedo il tuo articolo c’è pura tecnica dentro e non posso far altro che scappare a leggere. COMPLMENTI
Troppo buono davvero 😅
Fino a metà articolo stavo disperando sempre più, poi mi sei piaciuto. Bravo. Bella riflessione. Grazie.
Ahahahah lo so, all’inizio però qualche formuletta la dovevo buttar giù XD dopo ho pensato che un po’ di caciara avrebbe alleggerito il contenuto…