WOWOWOWO gente! Oggi impareremo piano piano a scegliere la taglia di un mulinello da spinning!
Parleremo in maniera OGGETTIVA di quali siano le taglie MASSIME che una determinata canna può supportare…
NO, non sarà un articolo in cui mi limiterò a dirvi che per uno spinning che va’ da “” a “” ci vuole un mulo di taglia che va’ da X a Y…no gente! qui parliamo di fatti, di dati!
Si certo, all’ultimo qualche consiglio PERSONALE ve lo darò, ma intanto vorrei analizzare assieme in maniera analitica qual è il ragionamento da fare che, partendo dalla canna, deve portarci a capire come scegliere la taglia del mulinello.
Vuol dire che ogni volta che prenderete una canna nuova dovrete mettervi con metro e calibro?
Ma ovvio che no sciocchini!😘
Voglio sempre e solo che la mia piccola community di lettori sia un gruppo fatto di menti critiche e pensanti che non facciano le cose così, solo perchè “mi hanno detto che così va’ bene” o perchè “ho visto fare così” ecc.
Qui bisogna PENSARE gente! Qui ci si chiede il “PERCHE’” delle cose prima di farle e poi, con cognizione di causa, si agisce!!!
Nell’articolo sulle canne da spinning (oh! che è sta’ storia che non avete letto ancora questo articolo?! LEGGETELO CHE E’ BELLO!!!) avevo accennato qualcosina sulla scelta della canna in base all’esca che si vuole usare (scriverò un articolo a riguardo, ma in questo periodo ho il feticcio per i mulinelli)…
…ma ipotizziamo che abbiate già scelto la vostra bella canna e stiate pensando di scegliere la taglia del mulinello…
Perchè è importante saper scegliere la taglia di un mulinello?
Partiamo subito da un presupposto: nello spinning (così come per tutte le tecniche da terra) si LANCIA un’esca e, seppur la distanza NON SEMPRE è essenziale ai fini di una cattura, capirete che è comunque IMPORTANTISSIMO lanciare il più lontano possibile.
Infatti, com’è ovvio che sia, più lanciamo lontano e più la nostra esca rimarrà in azione in acqua dandoci più possibilità di incontrare un predatore strada facendo.
E come funziona il lancio?
Si carica indietro la canna, si frusta e SBAAAAM! Artificiale in acqua…
Questo più o meno è quello che certuni mi dicono…LI AMMAZZEREI MALE!
🎼*musichetta da intervallo pubblicitario che introduce la classica voce da speaker radiofonico*🎼
🎙️“hai letto il mio articolo introduttivo sugli artificiali da spinning? hai ammirato la bellezza dei miei modelli in 3D? NO?! E mo che *Y/£(“/!= stai aspettando!?!?!? Clicca, leggi e commenta!!!!”🎙️
🎼*musichetta di chiusura spot*🎼
Il lancio di un’esca presenta una marea di interessantissime dinamiche fisiche che lo rendono un fenomeno sul quale si potrebbero scrivere davvero dei trattati!
Momento angolare, inerzia, moto ondulatorio smorzato lungo le 3 dimensioni, attriti, forza centripeta e centrifuga, coefficiente di elasticità, resistenza del mezzo, e mille altre cose che, unite tutte insieme, compongono la semplicissima azione del “LANCIO“!!!
Solo ad elencare tutti questi bei concetti stavo per godere…ah che bella la fisica…che bella la SCIENZA!
Comunque, tra queste componenti sopraelencate UNA è quella che dobbiamo considerare per parlare di taglia MASSIMA di un mulinello: il moto ondulatorio smorzato!
Infatti quando il filo si sbobina in fase di lancio e dal mulinello (FRENA FRENA FRENA!!! Hai letto l’articolo sui mulinelli da spinning…VERO!?!?!) passa attraverso gli anelli, quello che osserviamo è la perfetta rappresentazione di un moto ondulatorio che va’ a smorzarsi.
Ma andiamo per gradi!
Ecco, bisogna capire che, qualora il mulinello fosse di taglia troppo grossa, le spire di filo non si smorzerebbero correttamente lungo il tragitto limitando parecchio la possibilità di lancio e (in casi particolarmente eccessivi) rischiando di rovinare la treccia…
Iniziamo a ragionare insieme…cioè, io ragiono da solo, poi se vi va’ lo fate anche voi leggendo eh…a piacere vostro…
Dunque dunque dunque…immaginate me che stia facendo stretching con le dita preparandomi a scrivere sulla tastiera mentre penso a COME CACCHIO FARE A SPIEGARVI TUTTA ‘STA STORIA SENZA PARLARVI DI COSE TROPPO NOIOSE!!!
ALLORA!
Abbiamo caricato il colpo ed abbiamo lanciato, cosa vediamo?
Notiamo che il filo si sbobinerà andando a formare delle spire che gradualmente si andranno a smorzare all’interno degli anelli posti lungo il blank della canna fino a quando, alla fine dei cosiddetti “choke guide” (i primi 3-4 anelli) le spire saranno totalmente smorzate (o comunque con ampiezza paragonabile a zero).
Dunque, proiettando il moto su un piano possiamo notare che altri non si tratta di un moto sinusoidale –nel dubbio “sinusoidale” e a te e tua sorella!– che va’ progressivamente a smorzarsi.

Settando lo zero dell’asse X (quindi l’origine) al centro della circonferenza della nostra cara bobina, sapendo che l’ampiezza d’onda di partenza è uguale al raggio della bobina (compresa di “lip”), sapendo che nello spazio che si interpone tra la bobina ed il terzo anello l’ampiezza d’onda diventa zero, si può calcolare la funzione d’onda…
FRENA FRENA FRENA!!!
Non chiudere l’articolo, sta’ sereno, non c’è assolutamente bisogno di smuovere le funzioni d’onda per calcolare una cosa del genere!!
Adesso rilassati che parliamo di una cosa che a tutti noi maschietti piace…il triangolo ovviamente!!!
Perchè facendo una piccolissima approssimazione possiamo evitarci funzioni super complesse per spiegare tutta ‘sta storia!
Ah che bello il triangolo…ammettilo, non lo avevi considerato eh? (che battuta scontata…mi faccio schifo da solo)
Ebbene, se considerassimo il diametro della bobina come la base e la distanza necessaria allo smorzamento delle spire come l’altezza, potremmo tracciare un semplicissimo triangolo isoscele (ti ricordi cos’è un triangolo isoscele…VERO?!).

Qui possiamo dunque aiutarci con la BASE della BASE della BASE della trigonometria più BASILARE che TUTTI (???) dovremmo conoscere.
“Eh Mattia, però non andiamo bene, tu parli di lanciare, ma qui il mulinello dobbiamo ancora sceglierlo…come facciamo dunque?“
Ed avete ragione a chiedermi questo (perchè siete stati voi a chiedermelo, non qualche vocina stramba nella mia testa, giusto?) in questo caso dovremo eseguire un’estrapolazione prima di poter definire e scegliere la taglia di un mulinello da poter eventualmente mettere.
Buttiamo giù qualche numero per cercare di capire assieme…
Allora, diciamo che per comodità io non prenda nessuna delle mie Zenaq (sia la Snipe S78xx che la mia Sonio sono anellate RG ed è difficilotto andare ad approssimare i calcoli su di loro), facciamo che non posso prendere la mia Emeraldas in quanto è una InterLine (quindi non ha anelli e le spire si smorzano dentro il fusto)…
…ok, mi sa’ che sono costretto a prendere la mia bellissima DAIWA Saltist Inshore 76MF…
Allora: prendo il mio fidatissimo calibro della LIDL e trovo che il diametro dell’invito “d1” del primo anello (detto anche “spezzafilo“) è di 3.0cm…
…considerando che in questa canna i choke guide sono i primi 3 anelli (ciò significa che alla fine del terzo anello si può approssimare che l’ampiezza d’onda del nostro filo sia praticamente a zero) misuro che la distanza “L1” tra lo spezzafilo e l’ultimo Choke è di 55cm…
Considerando la metà del diametro calcolato sopra (quindi il raggio del primo anello) ed avendo la lunghezza “L1” possiamo disegnare un bellissimo triangolo rettangolo!
Ed adesso smuoviamo lei…la T R I G O N O M E T R I A 😱*musica drammatica di sottofondo con classico meme spaventato*😱!!
Ma state sereni, non ne useremo tanta, ci serve solo per trovare un valore COSTANTE che ci permetta di estrapolare il raggio massimo del mulinello che possiamo o meno montare: questa costante (nel nostro caso) altri non è che il rapporto tra il cateto più piccolo (il raggio dello spezzafilo) ed il cateto più lungo (la distanza tra il primo ed il terzo anello).
Questo rapporto ci regala una “costante” che in gergo matematico si chiama “tangente” riferita all’angolo α che si trova tra il cateto maggiore e l’ipotenusa (trovate una bella foto colorata qui sotto 😂).
Oh! Ma a noi serve la taglia del mulo!!!
A cosa ci serve questa famosa tangente?
Scriviamo MOLTO BREVEMENTE: sapendo che il RAGGIO dello spezzafilo è “R=d1/2” possiamo dire che la tangente è uguale a “tgα=d1/(2*L1)”.
Ora misuriamo la distanza che intercorre tra lo spezzafilo e la fine della placca del mulinello (che nel mio caso è di 47cm): chiameremo questa distanza “L2”.
Ci interessa però l’intera distanza che va’ dal mulinello alla fine dello smorzamento del filo che sarà data dalla somma “L1+L2”, la formula per trovare il diametro del mulinello “D” sarà alla fine dei conti “D=2*{[d1/(2*L1)]*(L1+L2)}”.

LO SO: voi che di matematica ne capite sapete che potrei fare qualche semplificazione, ma a me va’ così…
IN SOLDONI IL RISULTATO FINALE (sulla mia Saltist) è di 5.56cm (ora che ci penso 5.56 è il calibro di un proiettile XD).
Cosa vuol dire?
Se aveste letto il mio articolo sui mulinelli da spinning sapreste che questa misura è una via di mezzo tra il diametro di un mulo taglia 5000 ed uno taglia 6000 (più 5000 che 6000).
Mettiamo un po’ d’ordine in quest’accozzaglia di cose mammamianonsicapiscenulla!!!!
Intanto spieghiamo perchè ho preso la misura del diametro dell’anello spezzafilo all’invito (quindi lungo lo svaso della pietra) e non all’interno.
In pratica, come detto prima, è vero che stiamo pian piano calcolando come scegliere la taglia di un mulinello, ma è anche vero che PRIMA DI TUTTO dobbiamo definire una “taglia limite” oltre la quale non si può andare.
Perchè non si può andare oltre ad un certo punto?
Ipotizziamo molto velocemente che la situazione sia assolutamente analoga alla mia saltist ma che avessimo deciso di montare un mulinello di taglia 10000 (quindi con un diametro di circa 6.6cm), inversamente a prima calcoliamo quanto sarebbe ampia la spira all’altezza dello spezzafilo.
Il risultato è che l’ampiezza sarà di circa 3.56cm…e quindi?
In pratica l’anello attualmente montato sarebbe troppo piccolo (ricordate? il diametro è di 3cm) e quindi la spira di trecciato urterebbe in parte contro il ponte metallico strofinando rovinosamente per tutta la durata del lancio.
Il che indica due cose: uno smorzamento non armonico e attrito lungo una superficie metallica.
In pratica incapperemmo in un progressivo danneggiamento e rallentamento del filo ed in un possibile disastro di parrucche che si andrebbero a formare ogni 3 per 2 (che per intenderci fa’ 6).
Non solo lanceremmo la metà, ma danneggeremmo in maniera esponenziale il filo: e no, nessuno di noi vuole danneggiare una treccia che (in media) costa una cosa come una 40ina di EURI! (senza parlare di robe anche da 100 e più SOLDI!)
Perchè parliamoci chiaro: buttare via ogni 3 per 2 (sempre = 6) roba come 30/40 euri SOSSOLDI!
E tu! Si proprio tu che monti il mulo 10000 per fare shore jigging con una canna da 80-100g di casting weight, proprio tu: ti è mai capitato di sentire uno strano fruscio durante il lancio?
Benissimo sappiate che state perdendo tempo nel cambiare la taglia del vostro amato trattore da combattimento…
Parliamo di misure…eheheheh…
ALLORA!
Ho scritto fin troppo di cose noiose e prolisse –anche qui, nel dubbio, “prolisse” a te e tua sorella!– adesso vi elencherò molto velocemente in una tabella quelle che sono GENERALMENTE le taglie massime ed i miei consigli su taglia e materiale della scocca…
Ovviamente tutto correlato al massimo Casting Weight della canna in esame: perchè si, è vero che di fatto non c’è una regola oggettiva per la scelta della taglia minima, però capite che scegliere la taglia 1000 di un qualunque mulinello per una canna che lancia fino a 60g non è che sia proprio la cosa migliore eh.
Infatti essere troppo sottodimensionati influisce su più piani:
- da un punto di vista strutturale un mulo sottodimensionato tenderà ad essere sottoposto a degli sforzi meccanici superiori rispetto a quelli per il quale è stato pensato riducendo drasticamente la sua vita.
- di certo via via che la pesca diventa più pesante avremo bisogno di fili più spessi e quindi di maggior capienza.
- capite inoltre che gli attriti in gioco aumentano all’interno della bobina in quanto, avendo una circonferenza bassa, ci sarà bisogno di sbobinare più spire sovrapposte che quindi causeranno dei microattriti che sommati riducono la lanciabilità del comparto pescante.
- la quantità di filo imbobinato per giro di manetta sarà ovviamente minore non permettendoci di raggiungere adeguatamente la velocità di recupero necessaria (leggete questo bellissimo approfondimento che vi servirà sicuramente!) a muovere determinati artificiali.
Ed ecco dunque a voi LA TABELLA!!!!
🎼*sigla introduttiva per la mitica tabellozza esplicativa!*🎼
CASTING MASSIMO | TAGLIA MASSIMA | TAGLIA CONSIGLIATA | MATERIALE CONSIGLIATO |
13g | 2500 | 2000 | polimero/fibra/magnesio |
21g | 3000 | 2500 | polimero/fibra/magnesio |
30g | 4000 | 3000 | polimero/fibra/magnesio |
40g | 5000 | 4000 | polimero/fibra/magnesio |
60g | 6000 | 5000 | fibra/alluminio/magnesio |
80g | 8000 | 6000 | alluminio |
100g | 10000 | 6000 | alluminio |
120g | 14000 | 8000 | alluminio |
Come detto sin dall’inizio questo articolo deve servirvi per capire PERCHE’ e COME si arriva a definire le modalità per scegliere la taglia di un mulinello.
Ebbene, le stesse identiche regole valgono NON SOLO nello spinning ma, come si può capire, per qualunque pesca che preveda il lancio di un esca con l’ausilio di un mulinello a bobina fissa.
Noterete inoltre che, su casting alti, la distanza tra la placca del mulinello e lo spezzafilo sarà molto elevata: ciò serve ad evitare di dover montare anelli spezzafilo troppo grandi e che di conseguenza appesantirebbero la canna.
E ci risiamo di nuovo
PERFETTO GENTE!
Cioè, perfetto molto relativamente: prima di scegliere il mulinello vero e proprio dobbiamo ancora definire quale rapporto di recupero scegliere in base alle tipologie di esche che vogliamo muovere!
Però adesso sapete NON solo che taglia mettere in base al tipo di pesca a spinning che volete fare (cosa che trovate praticamente su qualunque sito web/canale youtubico che parli di spinning) ma anche il PERCHE’!!
Non è bellissimo conoscere il perchè delle cose?
Sapere che la scelta che si sta’ facendo non è data dal caso o da pura emulazione, ma da un pensiero critico a monte dovrebbe essere motivo di orgoglio!
Mi sto’ quasi per commuovere…
Ed anche questo episodio di “Mattia tutto e niente” si conclude qui, io intanto vi saluto e vi invito a seguire sempre questo spazio Accardiano dove non so’ cosa scriverò ma tanto, prima o poi, lo farò…
STAY TUNED PEOPLE!!!
🎶🎶*addio…addio…lettori addio…noi ciiii dobbiamo lasciaareee! Ma ehy! Io dico…che E’ O K!!
Io non vedo l’ora di tooornaaareee!
Voglio RITORNAREEE!!
Mattia, lo spinner del BLOG di Accardi, tornerà per parlare con vooooi…si con voii…SI CON VOOOOOIIIII!!!*🎶🎶
SEGUIMI
Molto interessante…finalmente un approccio con delle basi scientifiche e non ‘pour parlè’..complimenti per la pazienza, che mi hai trasmesso in qualche modo dato che ho provato a vedere sulla prima canna che avevo sotto mano quale fosse l’abbinamento corretto calcolando il diametro della bobina. È stata sempre una mia curiosità, soprattutto su una canna da eging con lo spezzafilo molto piccolo rispetto ad esempio a questa di cui ho provato a calcolare l’abbinamento, una apia da 8,3 piedi, con lo spezzafilo abbastanza grande, 2 cm (ho calcolato il diametro interno tra la pietra, se avessi calcolato anche l’acciaio sarebbe stato 2,5 cm). Mi sono sempre chiesto se avesse senso sulle canne da eging, abbinare un 3000 o addirittura un 4000 perché il “filo esce meglio” (e grazie al c. , ma poi se va a finire su un anellino microscopico che senso ha? Non è che peggiora? Vero è che c’è da considerare che effettivamente la treccia anche se manutenuta bene, nei mulinelli piccoli va più a scavare il fondo rispetto ai grandi, e gli attriti inevitabilmente aumentano…ma almeno le spire sembrano meglio proporzionate a entrare nel calibro dello spezzafilo. Sarà per questo che daiwa ha creato una nuova linea di punta come emeralds air fc lt tutta 2500s? Nessun 3000, tutti con bobine da 45 mm di diametro). Ad ogni modo ho provato a calcolare sulla 8,3 piedi apia, ed è venuto fuori inizialmente 2,5 cm..poi ho pensato, vabbe forse ho calcolato troppo L1 fino all’apicale, meglio fino al terzo/quarto, dove approssimiamo a 0…ricalcolo, 3,4 cm…praticamente neanche un 500 (39,5 mm)😅 forse questa formula ha dei limiti, o ho sbagliato io qualcosa. I miei dati sono d1 2cm ; L1 92 cm (quarto anello piccolo tipo apicale, poi aumentano i calibri); L2 65 cm
Molto interessante…finalmente un approccio con delle basi scientifiche e non ‘pour parlè’..complimenti per la pazienza, che mi hai trasmesso in qualche modo dato che ho provato a vedere sulla prima canna che avevo sotto mano quale fosse l’abbinamento corretto calcolando il diametro della bobina. È stata sempre una mia curiosità, soprattutto su una canna da eging con lo spezzafilo molto piccolo rispetto ad esempio a questa di cui ho provato a calcolare l’abbinamento, una apia da 8,3 piedi, con lo spezzafilo abbastanza grande, 2 cm (ho calcolato il diametro interno tra la pietra, se avessi calcolato anche l’acciaio sarebbe stato 2,5 cm). Mi sono sempre chiesto se avesse senso sulle canne da eging, abbinare un 3000 o addirittura un 4000 perché il “filo esce meglio” (e grazie al c. , ma poi se va a finire su un anellino microscopico che senso ha? Non è che peggiora? Vero è che c’è da considerare che effettivamente la treccia anche se manutenuta bene, nei mulinelli piccoli va più a scavare il fondo rispetto ai grandi, e gli attriti inevitabilmente aumentano…ma almeno le spire sembrano meglio proporzionate a entrare nel calibro dello spezzafilo. Sarà per questo che daiwa ha creato una nuova linea di punta come emeralds air fc lt tutta 2500s? Nessun 3000, tutti con bobine da 45 mm di diametro). Ad ogni modo ho provato a calcolare sulla 8,3 piedi apia, ed è venuto fuori inizialmente 2,5 cm..poi ho pensato, vabbe forse ho calcolato troppo L1 fino all’apicale, meglio fino al terzo/quarto, dove approssimiamo a 0…ricalcolo, 3,4 cm…praticamente neanche un 500 (39,5 mm)😅 forse questa formula ha dei limiti, o ho sbagliato io qualcosa. I miei dati sono d1 2cm ; L1 92 cm (quarto anello piccolo tipo apicale, poi aumentano i calibri); L2 65 cm. Ho apprezzato tutto il blog comunque, non lo conoscevo..bellissima la parte degli artificiali (l’avessi letta anni fa avrei risparmiato tempo e pessimi abbinamenti suggeriti da “esperti” del nulla!)
Ciao! Allora, ti avrei voluto rispondere direttamente Sabato ma ero con la fidanzata a fare Shopping: capirai che avrei rischiato una fucilata XD
Intanto GRAZIE MILLE per il feedback e l’interazione: sono il mio “compenso” per tutto il lavoro che sta’ dietro la stesura di questi articoli.
Riguardo la tua considerazione: si, a mio avviso (e come hai anche detto tu anche dal punto di vista delle case produttrici) montare una taglia diversa da un 2500 su una canna da Eging classico (quindi le solite canne fino a 3.5″) non ha senso,
Per quanto riguarda la “formuletta” posso dirti che l’ho testata su una 10ina di canne (anche da Surf-Casting) ed ha funzionato serenamente: magari c’è qualcosina di impreciso nel metodo di raccolta dati o nel mio metodo di spiegazione (sicuramente plausibile).
Se magari vuoi puoi sempre contattarmi sui miei social (FaceBook o Instagram è indifferente) per uno scambio di idee più rapido.
Per il resto ti ringrazio ancora e, se ti va’, ci si ribecca sotto qualche altro articolo di questo spazio 😉
😅😅😅 bravo non rischiare…
Per quanto riguarda la formula, se a te su diverse canne di lunghezza varia ha riportato diametri sensati della bobina..penso abbia sbagliato sicuramente io…sicuramente ci si ribecca qui e sui social, blog così sono un piacere 😉
Complimenti, davvero un bellissimo articolo pieno di contenuti ma allo stesso tempo leggero da leggere. Sono certo che con la formuletta senza semplificazioni algebriche la maggior parte dei mulinelli da surf risulterebbero piuttosto sovradimensionati rispetto ai diametri del primo anello di molte canne in commercio.
Ciao Carlo, in realtà la “formuletta” è utilizzabile anche su canne da Surf: la differenza (oltre ad avere lo spezzafilo più grande in diametro) sta’soprattutto nella grande distanza che c’è tra la placca del mulinello al primo anello. Ovviamente devi anche identificare quali sono i choke guide (puoi anche notarlo osservando il filo durante il lancio). In pratica ti accorgeresti, numeri alla mano, che molto probabilmente i mulinelli da surf non sono proprio sempre sovradimensionati…