Sono tante le ragioni per cui la scelta dell’amo per il japan style riveste un ruolo importantissimo, e le vedremo una per una.
Che tratti di ami a paletta o ami ad occhiello, la dimensione andrà sempre proporzionata al tipo di esca, nonché alle dimensioni del boccone che innescheremo.
IL PESO DELL’AMO
Il primo aspetto che voglio analizzare è quello relativo al peso dell’amo, o meglio, degli ami.
Ho scritto al “plurale” perché tutti e tre gli ami sono montati sullo stesso terminale (sabiki).
Una scelta rivolta a modelli di ami particolarmente pesanti, montati su un sabiki, potrebbe essere deleteria.
Infatti, se venissero utilizzati in spot con scarsa corrente o addirittura con mare calmo, questi potrebbero far lavorare il sabiki in modo anomalo o non corretto, proprio a causa del loro eccessivo peso.
La conseguenza? una pessima presentazione dell’esca.
Al contrario, optare per modelli di ami eccessivamente leggeri (e conseguentemente meno resistenti), potrebbe causare un cattivo movimento delle esche, simulando eccessivamente l’effetto bandiera.
Potrebbe inoltre causare anche la perdita della preda, poiché, soprattutto in spiagge con basso profilo con secche e/o scalino di risacca pronunciato, la rigidità del sistema pescante potrebbe causare “l’apertura del gancio”.
Ulteriore problematica inerente l’impiego di ami troppo leggeri e sottili è quella relativa al foro causato dall’ardiglione all’apparato boccale.
La rigidità del sistema pescante unito al combattimento in fase di recupero potrebbe portare all’ingrandimento del foro causato all’apparato boccale con la creazione di vere e proprie asole dalle quali l’amo potrebbe uscire.
TIPO DI ESCA E SPECIE INSIDIATA
Nel la scelta dell’amo per il japan style altro aspetto importante riguarda la sua relazione con il tipo di esca scelto, e con la specie di preda che con probabilità andremo a catturare.
Per quanto riguarda le prede più comuni, solitamente presenti per la maggior parte dell’anno (mormore, occhiate, ecc) è preferibile scegliere un profilo da “ingoio” cioè con la curva non molto larga, fatto in modo da potere penetrare all’interno dell’apparato boccale facilmente senza creare ostacoli all’ingresso nella bocca della preda target.

LA PUNTA E L’ARDIGLIONE
Altro particolare molto importante riguarda la punta dell’amo e il suo ardiglione.
La scelta cadrà su modelli di ami auto ferranti, ossia che hanno la punta non in asse con il gambo.

Un ulteriore aspetto che possiamo considerare per effettuare la scelta dell’amo per il japan style, riguarda la punta stessa: ossia la sua lunghezza.
La scelta di ami con punta lunga consente, soprattutto in quelle regioni in cui la pulce di mare è particolarmente presente, di effettuare catture in sicurezza in quanto la punta “lunga” riesce a trapassare gli eventuali parassiti e conficcarsi nell’apparato boccale del pesce.

Cosa che con una punta dell’amo corta potrebbe non accadere, con la logica conseguenza che prima o poi perderemo la preda durante il combattimento.
A quanti di voi è capitato di perdere qualche bella preda sul bagnasciuga, e trovando sulla punta dell’amo una bella pulce di mare?

In questi casi un amo dalla punta lunga e magari di una numerazione più grande può davvero salvarci una serata.
Proseguendo con l’analisi delle caratteristiche dell’amo per il japan style, posso aggiungere che un ardiglione a punta semplice (conica) è da preferire ad ami con ardiglione a punta cutting (taglio) perché provocano piccolissimi fori in confronto a delle asole create dagli ami Cutting.
Tali asole sottoposte ad eccessiva forza di trazione esercitata dal sistema rigido finiscono per allargarsi o addirittura far rompere l’intero apparato boccale del pesce.
Per ciò che riguarda la scelta dell’amo per il japan style i consigli finiscono qui, o meglio, proseguiranno in occasione dei prossimi articoli che parleranno di situazioni molto più specifiche.
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Complimenti luca articolo a dir poco spettacolare ,🔝💯
Grazie Stefano 🙏