Buongio…ser..pom… oh vabbè, buon qualunque-momento-della-giornata a tutti voi aspiranti cappottatori seriali e ben ritrovati nella nostra bellissima rubrica tappabuchi di “storie di spinning“.
Oggi il vostro carissimo Tonio Cartonio del discount sotto casa (che sarei io) ha deciso di accendere la sua bella melevisione e raccontarvi la storia di una spigola con seri problemi di identità.
Questa bella regina del mare andava in giro coatta ed aggressiva dicendo a tutti di essere un serra: le altre spigole glielo dicevano che, esattamente come chi nasce tonno non può morire rombo, chi nasce spigola non può diventare serra.
Ma lei no, voleva assolutamente essere un serra prepotente e cattivo, così decise di iniziare a fare brutto con tutti gli altri pesci del mare fino a quando, una bella sera di luna piena incontrò una strana cosa bianca tutta attorcigliosa (oh, hanno inventato “petaloso“? Allora beccateve “attorcigliosa“!).
La nostra cara spigola non poteva sicuramente permettere che quel COSO le passasse davanti tutto sereno ed allora “DAJE! Faccio brutto al coso attorciglioso!”
La lunga ricerca di uno spinner scarso
Ed eccomi qua, sospendo il racconto strambo e vi parlo un po’ del mio rapporto con la spigola: un CACCHIO DI INCUBO!
Ho cercato per tantissimo tempo questo stupendo pesce (e certamente scriverò in futuro un bell’articolo completo), l’ho desiderato, ho passato settimane intere a fare le ore piccole in tutte le situazioni meteomarine esistenti: ma nulla.
Cioè, ogni tanto usciva qualche piccoletta fino ai 4-500g, ma io so’ un po’ scemo e le ho sempre rilasciate…SEMPRE!!!!
Ho acquistato decine e decine di artificiali costosissimi (classico errore di chi è alle prime armi) che ho o messo di lato o perso (ah che bei momenti…), ma niente, la big tardava ad arrivare.
Arrivato alla rassegnazione più totale decido dunque che svenarsi per la ricerca di una spigola forse non avesse troppo senso: oh, il mare è pieno di pesci stupendi, mica esiste solo ‘sta presuntuosa.
Cioè, questa ha un ego talmente smisurato che, oltre a fare la schizzinosa, si fa’ persino chiamare “REGINA“…ma ‘nvedi te sta migno…signora di facili costumi…
E poi alla fine non è nemmeno tutta ‘sta forza della natura: ti da ‘na botta e poi si fa’ trascinare a riva di peso come una busta piena d’acqua.
Una giornata perfetta: ‘na bella botta de…
In pratica un bel pomeriggio di dicembre (2 giorni prima del mio compleanno) decido che, viste le condizioni meteomarine (che dopo vi spiegherò nella parte “seria“), è il momento di andare a pesca…
Non è vero, mi piacerebbe dirvi che avevo studiato la pescata, in realtà avevo un paio d’ore libere e giusto giusto il sacro lato B ha deciso che le condizioni fossero perfette per la spigola in un pomeriggio totalmente random.
Raggiungo lo spot imbronciato (io odio le spiagge sabbiose e basse) ed inizio a martellare in Top-Water (se non sai di cosa parlo leggi l’articolo introduttivo sugli artificiali da spinning).
Passano una cosa come 2 ore di menate in cerca di questa benedettissima figlia di una spigola promiscua e, con il polso dolorante manco avessi corso su una MotoGP a TT Assen, trovo un bel tronco e mi siedo ormai sconfitto e deluso.
Ed eccola lì l’illuminazione divina!
La luna risplende e quasi come una madre pietosa e piena di misericordia decide di illuminare quello che sembrava essere il canalone dei canaloni!
Mamma mia quanto mi sono eccitato…
Incomincio a cercare l’artificiale giusto, fino a quando nella mia testa risuonano le dolci ed amorevoli parole di un mio caro amico:
“DEFICENTE! Usa le gomme bianche per le spigole!
L’artificiale brutto
Guardo il canalone (a circa 40m da me) e guardo la mia valigetta.
“CACCCHIO! Non ho nemmeno una gomma che possa arrivare a quella distanza…”
Poi vedo lui, il coso più brutto che abbia mai acquistato, il BuckTail bianco che avevo preso un anno prima a €4.99 e che si e no aveva toccato 2 volte l’acqua.
“oh, alla fine a conti fatto è una testa piombata con del dressing ed una gomma…proviamola dai…”
Lancio e recupero: il fondale è troppo basso e la testa piombata strofina con il fondo.
Lancio di nuovo, supero il canalone e stavolta decido di fare del twitching verticale…

!!!SBAM!!!
Botta CLAMOROSA e la frizione (già chiusa a circa 1.2Kg) parte liscia come l’olio.
“DAI CACCHIO! Cerco la spigola e mi parte un serra gigante, almeno mi godo un bel combattimento!”
E niente, mille ripartenze, ottomila cambi di direzione in tipo 30s e, percependo che il pesce è ben allamato, decido di chiudere la frizione (circa a 2.2Kg).
Adesso la canna si piega parecchio e devo pompare di forza il pesce fuori dall’acqua…
“Oh, ma riparte ancora? Deve essere bello incavolato ‘sto serra! Ma quando salta fuori dall’acqua?”
Arrivo agli ultimi metri ed il pesce decide di riprovare un’altra fuga: ormai però COL CACCHIO CHE MI SCAPPA!!
Tiro fuori la bestia e…
“UNA SPIGOLA!? Pensavo fosse un serra cacchio! AHAHAHAH è enorme! La spigolona delle spigolone!”
Ebbene, la nostra cara spigola aveva fatto brutto per l’ultima volta…
Addio cara spigola imbruttita: insegna ai pesci angelo come fingersi dei serra.
Momento riflessivo
Sapete qual è stata la più grande soddisfazione?

Il pensare che finalmente, dopo tutti i pesci rilasciati ed il rispetto per gli spot che frequento, il mare mi avesse finalmente ripagato per le buone azioni compiute: ovviamente non è così, però sentirsi bene con se stessi rende la cattura ancora più bella.
Così, quando ho dato una morte degna a quel meraviglioso esemplare di spigola (io pratico la tecnica del Ikejime su tutte le catture che decido di trattenere) ho ringraziato quella splendida creatura per la sua bellezza e l’ho onorata con gioia fino all’ultimo.
Sapete, credo che riuscire ad essere in pace con se stessi sia essenziale per comprendere appieno la bellezza di questo sport meraviglioso.
Detto ciò vi elenco velocemente le condizioni meteomarine:
l’attacco è avvenuto un’ora e trenta minuti dopo la fine del calasole, a ridosso di un picco di bassa marea con una splendida luna piena che illuminava a giorno la superficie del mare (cielo sgombero).
Il vento era assente ed il mare segnava un’onda discretamente lunga (periodo di circa 5s) ed un’altezza media di 80cm a ridosso del gradino.
Dimentico qualcosa? Probabilmente si, ma per adesso vi lascio con l’elenco delle attrezzature usate:
- Canna: Zenaq Sniper S78xx RG
- Mulinello: Daiwa Exist 2022 3000D
- Treccia: Sougayilang x12 PE 0.06
- Fluorocarbon: Trabucco Fluorocarbon XPS Saltwater 0.30mm
- Artificiale: P-Line BuckTail White da 21g
Ovviamente non sto’ a dirvi quanto sia orgasmico lo stacco della frizione del mio Exist e di quanto mi abbia aiutato a tirar fuori questa bella spigola…state sereni, non vi serve un Exist per pescare.

Devo scrivere un titolo ma mi secco a pensarci…boh…titolo a caso…
Ecco, il mio invito resta sempre quello di non demordere, di non pensare mai che nulla sia impossibile se ci mettete impegno e costanza.
Voglio esortarvi però a non concentrarvi troppo intestardendovi e mettendo i paraocchi: conosco infatti persone che dedicano la loro vita ad una sola specie di pesce disperandosi se non riescono ad insidiarla.
Godetevi la bellezza dello stare in pesca, ammirate lo splendore di TUTTE le creature che popolano il mare, imparate ad amarle, rispettarle, rilasciarle e, quando trattenute, onorarle anche con una morte umana e veloce.
Detto ciò anche il Vol.2 di questa rassegna tappabuchi si conclude (avete letto il Vol.1?) raccomandandovi sempre di iscrivervi alla nostra semplice, bellissima, GRATUITA ed assolutamente NON SPAMMOSA NewsLetter: se non lo farete avrete 7 anni di cappotti e/o pesci lucertola a non finire!
Ricordate sempre:
STAY TUNED…branco di aspiranti cappottatori seriali…
SEGUIMI