Salve a tutti voi carissimi aspiranti incagliatori seriali! Oggi, in questo approfondimento sugli artificiali da spinning, parleremo nel dettaglio del concetto di velocità di affondamento.
Magari (se ne dovessi aver voglia durante la scrittura), vi spiegherò anche come capire se un artificiale (magari privo di scatoletta, specifiche, ecc.) si comporterà in un determinato modo piuttosto che un altro…
ANZI!
Alla fine (per chi volesse nel tempo cimentarsi nella costruzione di artificiali) potrei anche darvi un’equazione veloce e semplice (che ho ricavato IO!!) per capire le proporzioni da utilizzare nel determinare l’affondamento dell’esca…
Come avevamo già anticipato sul primissimo articolo sugli artificiali da spinning esistono basilarmente 3 stadi di “affondamento” di un artificiale:
- Floating
- Suspending
- Sinking

Studieremo il comportamento di un’esca nella sua fase “statica” (nel senso che l’angler non la anima in maniera attiva), daremo velocemente qualche infarinatura (collegandoci anche ad altri articoli) sulla fase dinamica, ecc.
Di fatto non so’ se questo articolo verrà diviso in 2 parti, lo vedremo strada facendo…
…per adesso, come ormai ho deciso di fare negli ultimi tempi, darò la definizione di massima per tutti coloro che non sono interessati ad approfondire più di tanto e, non avendo molta attitudine critica, preferiscono fermarsi a quella…
“un artificiale (ed in generale un corpo in acqua) affonderà tanto più velocemente quanto più la sua DENSITA’ MEDIA sarà alta rispetto a quella dell’acqua”
Archimede è un gran figo
Eh già, per capire il perchè un artificiale decida di affondare o meno bisogna addirittura tornare indietro nella storia di un paio di migliaia d’anni.
Il mitico Archimede (uno che di fluidi ne capiva) ci lasciò un principio importantissimo a lui omonimo che dice:
“un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto di intensità pari al peso del volume di liquido spostato”
Oh, non è certamente la “definizione” che troverete nel libro di fisica ma è questo il principio (ed è anche quello che ricordo io per grandi linee), quindi STACCE!
Cosa vuol dire?
Quando immergiamo un qualunque corpo in un liquido (nel nostro caso acqua) verrà spostata una certa quantità di fluido dello stesso volume del solido immerso.
Il PESO di questo volume d’acqua spingerà il solido verso l’alto andandone a contrastare il PESO (attenzione, ‘peso‘ NON massa!!).
SE il peso del solido è maggiore di quello del liquido spostato allora questo affonderà, viceversa tenderà a galleggiare.
Affondamento e PESO…
Ecco, il peso non è quello che “pesiamo” con la bilancia, quella infatti è la MASSA…ma cerchiamo di accelerare per evitare che vi addormentiate male o possiate addirittura scartare l’articolo…
Il peso infatti è una FORZA data velocemente dal prodotto della massa di un corpo per l’accelerazione di gravità (generalmente tabulata a 9.81m/s^2) e si misura in “NEWTON” (un altro figone storico).
DUNQUE!
Sapendo che la massa di un corpo è uguale al prodotto della sua densità per il volume, scrivendo una banalissima equazione (che NON vi scriverò perchè poi chiudereste l’articolo) possiamo dire che, alla fine, tutto dipende dalla densità…PUNTO
E quale sarebbe questa densità?
Sappiamo che l’acqua di mare (nel MEDITERRANEO) ha una concentrazione salina di circa 38 g/l ed una densità media di 1.029 Kg/l.
ECCO QUI, detto in parole povere, torniamo a schematizzare:
- Floating: Densità MINORE di 1.029 Kg/l.
- Suspending: Densità UGUALE a 1.029 Kg/l.
- Sinking: Densità MAGGIORE di 1.029 Kg/l.

Aspetta…ma ci manca qualcosa…dove sono tutti quei bellissimi “Slow…Fast…Extra-Fast…IPER MEGA FAST…ecc.“?
Ovviamente si capisce sin da subito che: maggiore è la differenza con la densità dell’acqua MAGGIORE sarà la tendenza verso le proprietà “affondanti” (più o meno velocemente Sinking o Floating).
Il concetto di VELOCITA’ di affondamento
Allora, c’è da dire una cosa importantissima: fino ad ora abbiamo unicamente parlato di forze, densità ed ACCELERAZIONI!
Infatti, al netto di ciò che è stato detto sopra, un corpo immerso in acqua che abbia una densità maggiore degli ormai famosi 1.029 Kg/l potrebbe, anche se lentamente, raggiungere una velocità tendenzialmente infinità qualora ci fosse la possibilità di un fondale anch’esso tendenzialmente infinito…
Ovviamente non è e non sarà mai così!
Esiste infatti il concetto di “velocità limite” di un corpo immerso in un fluido: è la stessa cosa che succede con i paracadutisti per intenderci.
Ma andiamo per gradi, arriveremo a considerazioni di questo genere più in la: intanto capiamo in cosa consiste la velocità di affondamento.
La possiamo definire come la classificazione della “velocità limite che un determinato artificiale, nella sua posizione d’assetto normale, può raggiungere in acqua“.
Infatti non esiste UNA velocità fissa che definisce UNA subclassificazione di velocità di affondamento, ma un intervallo all’interno del quale un artificiale è classificabile come “slow“, “fast“, “extra-fast“, ecc.
Non solo, questa subclassificazione dipende anche dalla media di affondamento degli altri artificiali della stessa categoria!
Per capirci: un Long-Jerk “Slow-Sinking” non affonderà alla stessa velocità di uno Slow-Jig!
Importantissimo: non ho scritto “nella sua posizione d’assetto normale” a caso, questa è una cosa che vedremo più avanti.
L’influenza della treccia sull’affondamento
Nell’articolo sulla correlazione tra paletta ed affondamento ho introdotto brevemente l’influenza della treccia sul punto massimo di affondamento del minnow (o palettato che sia).
Quello ovviamente era in fase “dinamica” DUNQUE, oltre alla questione floating, c’è anche una costante tensione che viene trasmessa e che cambia di direzione (se avete letto quell’articolo certamente lo saprete).
Qui invece siamo in fase “statica” (nel senso che l’angler non sta’ ancora animando l’esca) e la considerazione (che approfondiremo in un articolo dedicato) della treccia nella sua natura Floating (oltre che nel suo spessore) ci aiuta a capire quello di cui parleremo sotto.
Immaginiamo di prendere il classico Long-Jerk Slow Sinking e di avere a disposizione una bella piscina olimpionica: facciamo due piccoli esperimenti.
Nel primo caso prendiamo la nostra esca nuda e cruda e la gettiamo in acqua: noteremo che, seppur lentamente, il jerk arriverà a toccare il fondo della piscina.
Nel secondo caso attacchiamo l’esca al nostro caro snap, lanciamo come se fossimo in pesca e lasciamo l’archetto del nostro mulinello da spinning: noteremo che, seppur più o meno alla stessa velocità del primo caso, ad un certo punto (mediamente non oltre 1m dalla superficie) il jerk smetterà di affondare!
Questo perchè, man mano che l’esca affonda, viene “trascinata” sotto la superficie dell’acqua sempre più treccia che (essendo galleggiante) tenderà a diminuire la spinta verso il basso da parte del jerk fino al punto in cui tutte le forze saranno equilibrate annullandosi.

Dunque, in genere, più l’artificiale scende a fondo e più verrà rallentato dall’azione della treccia: questo ovviamente incide poco o quasi niente su esche particolarmente dense come i Metal Jig, su batimetriche non troppo elevate e con spessori di filo bassi.
Le solite “conclusioni” non sconclusionate in attesa di reale conclusione conclusiva…
Al solito quando decido di dividere un articolo in 2 parti tendo a dare una prima infarinatura generale nella pt.1, ma, com’è ovvio che sia, le parti più succulente ed interessanti le troverete nella pt.2: ci serve un po’ di Hype, no?.
Osserveremo infatti la dipendenza dell’affondamento dall’assetto e la forma dell’esca…introdurremo un po’ di “range“…parleremo persino dell’effetto Dead-Leaf!
Ah, non dimentichiamo il metodo per la determinazione dell’affondamento!
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…niente robaccia del tipo “INVESTI €200 su Amazon” o cose simili!
Dunque come sempre rinnovo l’appuntamento al prossimo articolo e sul canale YouTubico di questo spazio Accardiano e, come sempre,
STAY TUNED…carissimi aspiranti incagliatori seriali!
SEGUIMI
Articolo ultra mega iper preciso. Non so se servirà a prendere più pesci, e basterebbe anche prenderli e basta, ma sicuramente è un tassello in più alla mia conoscenza. Grazie
Ciao Franco, la questione a mio avviso è che la pesca non è solo “prendere pesci”.
Approfondire e conoscere affondo ciò che si sta’ facendo è per me una cosa essenziale, aiuta? A me sinceramente tantissimo mentre magari ad altri certe cose non interessano; io però preferisco sempre fare le cose ad occhi aperti piuttosto che bendato 😉
sono perfettamente d’accordo con te. Quindi ti ringrazio ancora.
Articolo ultra mega iper preciso. Non so se servirà a prendere più pesci, e basterebbe anche prenderli e basta, ma sicuramente è un tassello in più alla mia conoscenza. Grazie.