In data 10 febbraio ho tenuto un corso di pesca dalla spiaggia a Sanluri, con un gruppo di pescatori nato di recente il cui club si chiama ASD Pescatori Serrenti. Questa è la sede del club ma ci sono soci anche dei paesi limitrofi, tanto che la location del corso è stata la casa di uno dei soci a Sanluri. Tra questi alcuni vecchi amici, ma soprattutto tanti nuovi 🙂

Tutti in aula
L’obbiettivo di questo corso è stato particolare, in quanto ho avuto a che fare sia con neofiti che con esperti pescatori per i fatti propri, ma tutti più o meno ignari di come poter affrontare una gara di pesca ed il mondo che la circonda. Il mio compito è stato quello di portare dapprima tutti sullo stesso piano organizzativo illustrando come ottimizzare e standardizzare l’assetto di pesca (soprattutto per ciò che ha riguardato le montature), dopodiché sono stati affrontati tutti i discorsi collegati al mondo dell’agonismo.
Gli argomenti trattati non hanno escluso i fattori più importanti, quindi si è parlato di scelta dell’amo, bilanciamento esca – bracciolo – amo, di inneschi, di pesca a galla, e non è mancata una bella chiacchierata sulla lettura della spiaggia con alcuni consigli pratici su come affrontare meglio le situazioni più difficili.
Poi è successo quello che speravo che accadesse: è iniziato il turbinio di domande, e il corso ha preso una forma più “su misura” per i partecipanti, proprio come piace a me!

Roberto Accardi risponde alle domande
Pur comprendendo che ascoltare le mie esperienze possa risultare interessante, reputo che dare risposte alle curiosità o ai dubbi di chi partecipa ad un mio corso abbia molta più importanza. Domanda che tra l’altro nella maggior parte dei casi vale anche per tutti gli altri partecipanti, che per i più svariati motivi non la fanno (timidezza, timore di fare una domanda apparentemente stupida, ecc).
Infatti il momento che preferisco di più nei miei corsi è quando nasce il contraddittorio con i partecipanti: tante volte saltano fuori questioni che posso risolvere (o illustrare con chiavi di lettura diverse) con la mia esperienza; altre volte capita la domanda “senza risposta” che mi rimane impressa nella mente sino a quando non ne trovo una, altre volte ancora mi capita di avere a che fare con delle situazioni dalle quali traggo io degli insegnamenti (come ad esempio quando ho a che fare con quei pescatori “poca gazzosa, tanti fatti”). Situazioni che mi aiutano a rimanere al passo con i tempi, con i luoghi, il che non è mica facile per lunghi periodi.
Prova lampante di tutto ciò è stato il fatto che ho saputo rispondere ad una domanda alla quale non avevo saputo dare risposta in un corso fatto l’anno scorso a Domusnovas (vero Manuelito?). Non una risposta perentoria, ma una risposta perlomeno attendibile. Scommetto che la curiosità sulla domanda che mi è stata fatta sta cominciando a crescere eh? E vi accontento!

Diego Pilloni confronta le montature… 😀
Mi fu chiesto come mai a volte si trova il coreano innescato intero in mezzo al bracciolo senza che questi sia stato toccato da alcun pesce. L’anno scorso risposi: “non saprei”, proprio perché era una situazione che avevo regolarmente ignorato in passato, pur essendomi accaduta! Quest’anno, invece, quando la stessa persona mi ha posto di nuovo la domanda mi è venuta in mente una risposta: ho ipotizzato che “se innescato bene il coreano rimane vivo, e pertanto questo potrebbe “risalire” il bracciolo col suo stesso movimento. Un esempio stupido che sto riportando soprattutto per farvi capire che quando tengo i corsi per certi versi sono un alunno anche io 🙂
Dato che c’ero, ne ho approfittato per mostrare alcune novità 2018 della Trabucco, avevo con me la Impera B, la Supernova XT Surf, la Olympea, e la Hidrogen che poi siamo andati al campo di lancio a provare.
Tra il corso di pesca dalla spiaggia e la sessione al campo di lancio per alcuni lanci dimostrativi, c’è stato un pranzo apocalittico dalla bontà che non sto a descrivervi… così come è meglio che non lasci testimonianze sul post pranzo 😀

Pranzetto sobrio :O
Prima di andare a lanciare i ragazzi del club hanno organizzato una simpatica lotteria dove in palio, tra i vari premi, ho scoperto che c’erano anche alcune delle mie parature!!! Vedere la soddisfazione di chi le ha vinte è bastato a eliminare il problema che adesso devo ripristinare quelle perdite 🙂
Esaurito il momento del pranzo e della lotteria, siamo andati con clamoroso ritardo al campo a lanciare: in programma c’era solo una rapida dimostrazione di come si esegue un lancio in ground cast, e la supervisione di alcuni lanci effettuati da chi si era portato la propria canna. Il tempo rimasto era poco, il vento era molto freddo, e l’oscurità era imminente.
Cosa è successo dopo i primi lanci? Che qualcuno ha voluto provare la canna che avevo usato per la dimostrazione (in quel caso era la Trabucco Hidrogen 4,20 mt 250 gr): ovviamente nessun problema! O meglio… una volta che si è vista la prestazione di lancio (in termini di metri) nettamente migliore solo cambiando canna, tutti hanno voluto provarla e… difficile a credersi… che l’oscurità fosse sopraggiunta su di noi non ha preoccupato nessuno! Per farci una foto tutti assieme abbiamo dovuto auto illuminarci con i fari delle macchine! 🙂
Un bel caffè caldo ha poi preceduto i saluti con tutti i partecipanti e i loro accompagnatori.

Neanche il buio è riuscito a fermarci!!!
Ho voluto fare un report su questo evento proprio per continuare nel mio intento didattico, mettendo in risalto che un corso di pesca dalla spiaggia
può essere anche itinerante, doppiamente piacevole, e magari riesce a dare quelle informazioni che solo una domanda diretta può dare. Un articolo scritto, per quanto possa essere scritto bene e dettagliato, sortirà sempre delle domande alle quali lo stesso non risponde.
Il prossimo appuntamento con questi ragazzi sarà in chiave “pesca dalla spiaggia” pratica, ovvero tutti in spiaggia a lanciare, e poi a pescare!
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A presto!
come mai questi corsi a cagliari non ci sono mai?
Appena apre il negozio Sette mari fishing shop ne organizzo uno li quindi a breve si saprà qualcosa 😉
grandeeeee