Tempo fa ho tenuto un CORSO DI SURFCASTING A SANLURI, con un gruppo di pescatori nato di recente il cui club si chiama ASD Pescatori Serrenti.
Questa è la sede del club ma ci sono soci anche dei paesi limitrofi, tanto che la location del corso è stata la casa di uno dei soci a Sanluri.
Tra questi alcuni vecchi amici, ma soprattutto tanti nuovi 🙂
L’obbiettivo di questo corso è stato particolare, in quanto ho avuto a che fare sia con neofiti che con esperti pescatori per i fatti propri.
Tutti più o meno ignari di come poter affrontare una gara di pesca ed il mondo che la circonda.
Il mio compito è stato quello di portare dapprima tutti sullo stesso piano organizzativo illustrando come ottimizzare e standardizzare l’assetto di pesca.
Dopodiché sono stati affrontati tutti i discorsi collegati al mondo dell’agonismo.


Gli argomenti trattati non hanno escluso i fattori più importanti, quindi si è parlato di scelta dell’amo, bilanciamento esca – bracciolo – amo, di inneschi.
Ma anche di pesca a galla, e non è mancata una bella chiacchierata sulla lettura della spiaggia con alcuni consigli pratici su come affrontare meglio le situazioni più difficili.
Poi è successo quello che speravo che accadesse: è iniziato il turbinio di domande, e il corso ha preso una forma più “su misura” per i partecipanti, proprio come piace a me!
Pur comprendendo che ascoltare le mie esperienze possa risultare interessante, reputo che dare risposte alle curiosità di chi partecipa abbia molta più importanza.
Domanda che tra l’altro nella maggior parte dei casi vale anche per tutti gli altri partecipanti, che per i più svariati motivi non la fanno.
I motivi? tra i più disparati: timidezza, timore di fare una domanda apparentemente stupida, ecc.
Infatti il momento che preferisco di più nei miei corsi è quando nasce il contraddittorio con i partecipanti.
Tante volte saltano fuori questioni che posso risolvere (o illustrare con chiavi di lettura diverse) con la mia esperienza.
Altre volte capita la domanda “senza risposta” che mi rimane impressa nella mente sino a quando non ne trovo una.
In altre occasioni mi capita di avere a che fare con delle situazioni dalle quali traggo io stesso degli insegnamenti.
Un esempio? quando ho a che fare con quei pescatori “poca gazzosa, tanti fatti”.
Situazioni che mi aiutano a rimanere al passo con i tempi, con i luoghi, il che non è mica facile per lunghi periodi.
Prova lampante di tutto ciò è stato il fatto che ho saputo rispondere ad una domanda alla quale non avevo saputo dare risposta in un corso fatto l’anno scorso a Domusnovas (vero Manuelito?).
Non una risposta perentoria, ma una risposta perlomeno attendibile.
Scommetto che la curiosità sulla domanda che mi è stata fatta sta cominciando a crescere eh? E vi accontento!


Mi fu chiesto come mai a volte si trova il coreano innescato intero in mezzo al bracciolo senza che questi sia stato toccato da alcun pesce.
L’anno scorso risposi: “non saprei”, proprio perché era una situazione che avevo regolarmente ignorato in passato, pur essendomi accaduta!
Quest’anno, invece, quando la stessa persona mi ha posto di nuovo la domanda mi è venuta in mente una risposta…
Ho ipotizzato che “se innescato bene il coreano rimane vivo, e pertanto questo potrebbe “risalire” il bracciolo col suo stesso movimento.
Un esempio stupido che sto riportando soprattutto per farvi capire che quando tengo i corsi per certi versi sono un alunno anche io 🙂
Dato che c’ero, ne ho approfittato per mostrare alcune novità 2018 della Trabucco.
Con me avevo la Impera B, la Supernova XT Surf, la Olympea, e la Hidrogen che poi siamo andati al campo di lancio a provare.
Tra il corso di pesca dalla spiaggia e la sessione al campo di lancio per alcuni lanci dimostrativi, c’è stato un pranzo apocalittico dalla bontà che non sto a descrivervi…
Così come è meglio che non lasci testimonianze sul post pranzo 😀
Prima di andare a lanciare i ragazzi del club hanno organizzato una simpatica lotteria dove in palio.
Tra i vari premi, ho scoperto che c’erano anche alcune delle mie montature!!!
Vedere la soddisfazione di chi le ha vinte è bastato a eliminare il problema che adesso devo ripristinare quelle perdite 🙂
Esaurito il momento del pranzo e della lotteria, siamo andati con clamoroso ritardo al campo a lanciare.
In programma era prevista solo una rapida dimostrazione di come si esegue un lancio in ground cast, e la supervisione di alcuni lanci effettuati da chi si era portato la propria canna.
Il tempo rimasto era poco, il vento era molto freddo, e l’oscurità era imminente.


Cosa è successo dopo i primi lanci?
Che qualcuno ha voluto provare la canna che avevo usato per la dimostrazione (in quel caso era la Trabucco Hidrogen 4,20 mt 250 gr): ovviamente nessun problema!
O meglio… una volta che si è vista la prestazione di lancio (in termini di metri) nettamente migliore solo cambiando canna, tutti hanno voluto provarla e…
Difficile a credersi… che l’oscurità fosse sopraggiunta su di noi non ha preoccupato nessuno!
Per farci una foto tutti assieme abbiamo dovuto auto illuminarci con i fari delle macchine! 🙂
Un bel caffè caldo ha poi preceduto i saluti con tutti i partecipanti e i loro accompagnatori.
Ho voluto fare un report su questo evento proprio per continuare nel mio intento didattico, mettendo in risalto che un corso di pesca dalla spiaggia può essere anche itinerante, doppiamente piacevole, e magari riesce a dare quelle informazioni che solo una domanda diretta può dare.
Un articolo scritto, per quanto possa essere scritto bene e dettagliato, sortirà sempre delle domande alle quali lo stesso non risponde.
Il prossimo appuntamento con questi ragazzi sarà in chiave “pesca dalla spiaggia” pratica, ovvero tutti in spiaggia a lanciare, e poi a pescare!
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come mai questi corsi a cagliari non ci sono mai?
Appena apre il negozio Sette mari fishing shop ne organizzo uno li quindi a breve si saprà qualcosa 😉
grandeeeee