L’agonismo italiano suddiviso in serie è una simulazione di come questi potrebbe svilupparsi in modo alternativo…
Con questo servizio non faccio altro che riprendere in mano un progetto che ho creato nel lontano anno 2005, e che avevo provato a proporre nel mitico forum della piattaforma di Forumfree “Surfcasting & dintorni” nel 2007, ossia l’idea di vedere l’agonismo italiano suddiviso in serie anziché con l’attuale sistema.
Perché ho deciso di riproporlo dopo tutto questo tempo? Perché non ci vedo niente di male ad esporre un’idea che possa dare il via ad un dibattito che potrebbe anche diventare estremamente positivo; se poi considero anche l’attuale atteggiamento federale molto propositivo in quanto ascoltano molto la voce degli agonisti (di questo ne sono testimone diretto, fidatevi), sono certo che ad una proposta del genere (e ai relativi commenti) ci darebbero sicuramente uno sguardo.
Un altro motivo è la necessità di cercare di risolvere i problemi legati alla carenza di date ottimali ai fini del buon pescato, e all’ottimizzazione delle spese procapite che attualmente contribuiscono negativamente all’avvicinamento di nuovi iscritti a questa disciplina. Anzi, per certi versi ne hanno causato anche l’abbandono!
Prima di fare la simulazione di questo sistema voglio però mettere in evidenza quali potrebbero essere i vantaggi che si avrebbero usando questo sistema, in modo che poi durante la lettura possiate constatare se ciò corrisponda alla realtà.
Quali potrebbero essere i vantaggi con l’agonismo italiano suddiviso in serie? Tenete bene in mente che il presupposto delle serie consiste nel fatto che chi fa parte di una serie non può partecipare anche a quelle inferiori…secondo me ci sarebbe:
riduzione dei costi notevole, in quanto non accadrebbe più che nello stesso anno un agonista debba affrontare le spese per partecipare al provinciale, al regionale, al campionato italiano, al club azzurro, alla supersfida, bensì affronterebbe solo il campionato relativo alla propria serie (circa tre o quattro prove)
ulteriore riduzione dei costi, dato che i raggruppamenti come meglio potrete osservare più avanti sono fatti in modo da ridurre al massimo gli spostamenti
aumento dei campi gara disponibili, in quanto essendo il numero massimo dei partecipanti ad una serie notevolmente inferiore ai 220 del campionato italiano, si potrebbero avere a disposizione molte più spiagge, ogni anno non considerate a causa della loro capienza ridotta. Infatti la serie più numerosa, ad eccezione del campionato provinciale, sarebbe la serie C con circa 130 concorrenti: pensate a quante spiagge in più si potrebbero utilizzare!
aumento delle date disponibili, dato che paradossalmente serie A, serie B, serie C si potrebbero anche fare in contemporanea, con la conseguente possibilità di mettere più competizioni nei mesi solitamente più propizi alla pesca
aumento dei partecipanti, dovuto al fatto che i campionati minori non avrebbero i “big”, e le possibilità di buoni risultati sarebbero più alte. Una maggior facilità nel raggiungere risultati appaganti gioverebbe a tutti, soprattutto ai nuovi arrivati
salvaguardia dei garisti dotati di alte qualità, nel senso che chi arriva nelle serie più alte può al massimo retrocedere in quella inferiore, ma non accadrà mai che da un Club Azzurro uno si trovi proiettato di nuovo ad un campionato provinciale o regionale. In questo modo ne risentirebbe positivamente tutto l’agonismo italiano; ovviamente è un mio onestissimo parere
maggior controllo in spiaggia, nel senso che un’organizzazione in grado di trovare 22 ispettori di sponda per 220 concorrenti (uno ogni 10), potrebbe trovarne 26 per metterne uno ogni 5 in serie C, o addirittura trovarne 20 per metterne uno ogni tre concorrenti in serie A. Con un maggiore ed efficace controllo i concorrenti gareggiano molto più sereni.
Evito di continuare, ma vi assicuro che i risvolti positivi a mio avviso sarebbero tantissimi altri.
Lo scopo di questo servizio è però anche quello di cercare gli aspetti negativi, al fine di “pesarli” e di verificare se ne valga la pena.
Basta con le premesse! Ora si fa sul serio!
Prima inizio a descrivervi la “piramide”, poi si scenderà nello specifico.
LA PIRAMIDE DELL’AGONISMO
SERIE A girone unico da 50 concorrenti
SERIE B girone unico da 90 concorrenti
SERIE C formata da 4 gironi da circa 130 concorrenti ciascuno
SERIE REGIONALE formata da un predeterminato numero di concorrenti
SERIE PROVINCIALE senza alcun vincolo come numero di partecipanti
Ora che lo schema di massima è fatto, vediamo come sono organizzati tutti i meccanismi di promozione e retrocessione tra le varie serie.
LA SERIE A
Sarà un girone unico formato da 50 concorrenti, che al termine di una sequenza di prove di pesca (ed eventualmente di lancio) formeranno una classifica che darà luogo ai seguenti eventi:
dal 1° al 15° parteciperanno alla Supersfida per la formazione della nazionale, e rimarranno in serie A
dal 16° al 30° rimarranno in serie A
dal 31° al 50° retrocederanno nella serie B dell’anno successivo
LA SERIE B
Sarà un girone unico formato da 90 concorrenti, che al termine di una sequenza di prove di pesca formeranno una classifica che darà luogo ai seguenti eventi:
dal 1° al 20° saranno promossi nella serie A dell’anno successivo
dal 21° al 50° rimarranno nella serie B
dal 51° al 90° retrocederanno nella serie C dell’anno successivo, e precisamente nel girone di competenza per regione
LA SERIE C
Sarà formata da quattro gironi formati ciascuno da circa 130 concorrenti, e formati per territorio come sotto riportato.
Ho volutamente usato il termine “circa 130 concorrenti” perché il numero potrà differire di qualche unità per via del fatto che dalla serie B potrebbero scendere più atleti di una regione piuttosto che di un’altra. I quattro gironi saranno così composti:
GIRONE A
Liguria
Toscana
Veneto
Marche
GIRONE B
Lazio
Sardegna
GIRONE C
Abruzzo
Molise
Campania
Basilicata
Puglia
GIRONE D
Calabria
Sicilia
Questa suddivisione è stata fatta per distribuire nel miglior modo possibile i 3.300 agonisti che, ad esempio, hanno fatto i campionati provinciali nel 2017. Per intenderci, se sommassimo i partecipanti delle varie province che compongono le regioni dei vari gironi, avremo il Girone A con un bacino potenziale di 842 agonisti, il girone B con 817, il Girone C con 831, il Girone D con 804. Una distribuzione, sotto questo aspetto, impeccabile 🙂
Anche in questo caso il campionato si svolge su un determinato numero di prove di pesca (il lancio sarebbe complicato da gestire con tutti quei partecipanti), e la classifica che verrebbe fuori darebbe luogo ai seguenti effetti:
dal 1° sino al 10° di ogni girone vengono promossi in serie B
dall’ 11° sino all’ 80° di ogni girone rimangono in serie C
gli ultimi 50 di ogni girone retrocedono nella serie regionale, ognuno in quella di appartenenza per regione
LA SERIE REGIONALE
Sino a che non arriveranno nuove regioni, le serie regionali saranno tredici, e precisamente
GIRONE TOSCANA
GIRONE LIGURIA
GIRONE MARCHE
GIRONE VENETO
GIRONE LAZIO
GIRONE SARDEGNA
GIRONE CAMPANIA
GIRONE PUGLIA
GIRONE ABRUZZO
GIRONE BASILICATA
GIRONE MOLISE
GIRONE SICILIA
GIRONE CALABRIA
Come funzionerà il sistema di promozione e di retrocessione in questo caso? A supporto ci sono le regole matematiche ad aiutarci: calcolando che da ogni girone scenderanno ben 50 concorrenti, dovremo prevedere 50 per 4 gironi = 200 promozioni dalle serie zonali. In che modo?
Ora vi faccio un esempio pratico, simulando il girone A, formato da Toscana, Liguria, Marche e Veneto. Sommiamo il numero degli iscritti ai vari campionati provinciali per ogni regione, e dividiamo la somma per le 50 retrocessioni dal girone: avremo il quorum per ogni regione perfettamente proporzionato.
Guardate questo schema riassuntivo, formato sulla base dei dati relativi ai campionati provinciali disputati l’anno scorso nel 2017:

Nella colonna PART 2017 trovate la somma dei partecipanti ai campionati provinciali di tutte le province che compongono la regione. Nella colonna TOT abbiamo il bacino totale di utenza del girone A, e il quorum è stato ottenuto proprio dividendo quel totale (842) per i 50 posti da assegnare.
Per distribuire EQUAMENTE quei 50 posti basterà prendere i totali per regione e dividerli per il quorum e sapremo quanti vengono promossi per ogni regione.
Prendiamo ad esempio la Toscana, che avrà (con l’arrotondamento) i primi venti classificati del campionato regionale promossi in serie C.
Il numero dei retrocessi corrisponde al 30% dei partecipanti per ogni regione: anche in questo caso si riuscirà a proporzionare tutto in base alla partecipazione regionale, e soprattutto a garantire un congruo numero di promossi dai vari campionati provinciali.
Il numero dei partecipanti ad ogni campionato regionale l’ho fissato moltiplicando il numero dei promossi per quattro, in modo da garantire una promozione ogni quattro concorrenti.
Siete curiosi di vedere la situazione anche negli altri gironi e conseguentemente anche nelle altre regioni? Il tutto con i rigorosi dati reali? Ecco lo schema completo:

Per i più pignoli vorrei sottolineare come la distribuzione degli agonisti nei vari gironi sia perfettamente equilibrata (vedi colonna TOT).
Ora andiamo a vedere la serie provinciale, decisamente facile da gestire in quanto non ha limiti di iscrizioni, e il cui solo aspetto da regolare è quello delle promozioni.
LA SERIE PROVINCIALE
Nel 2017 sono state 47 le province che hanno fatto il campionato provinciale, e sono stati proprio questi dati a dare un dato reale alla mia simulazione.
Come ho già premesso la serie provinciale è l’unica che non ha vincoli per il numero di partecipanti, perché dovrà essere il bacino che alimenterà tutto l’agonismo italiano, e perché dovrà contenere quello che credo sarebbe un motivo di grande incremento del numero dei partecipanti.
Il sistema delle promozioni è molto semplice, in quanto strettamente legato al numero di retrocessioni delle varie regioni. L’unica cosa da fare per adottare le giuste proporzioni è quella di calcolare il quorum per ogni regione.
Infatti in questo caso avremo un numero diverso di retrocessi da ogni serie regionale, e quindi il quorum varierà di conseguenza (anche se di poco, per via del fatto che è stato ottenuto sulla stessa base di dati). Prendiamo ad esempio la serie regionale GIRONE ABRUZZO (vedi schema precedente):
come noterete dallo schema i retrocessi sono 9,6 (evitiamo di arrotondare per comodità)
I posti disponibili però dobbiamo distribuirli in modo proporzionale tra le province di Chieti e Teramo, per cui dovremo calcolare il quorum dividendo la somma dei partecipanti ai provinciali di Chieti e Teramo (60+68) per il numero di posti disponibili (9,6). Il quorum è quindi pari a 13,3.
Con il quorum calcolato possiamo ora sapere Chieti quanti promossi avrà dividendo i partecipanti (60) per il quorum (13,3) = 4,5. Con gli opportuni arrotondamenti sapremo che i primi 4 o 5 della serie provinciale di Chieti saranno promossi nella serie regionale GIRONE ABRUZZO.
Stesso discorso per Teramo, che con i suoi 68 iscritti avrà diritto a 5,1 posti.
N.B. se sommate i 4,5 posti di Chieti con i 5,1 posti di Teramo il risultato sarà proprio quel 9,6 calcolato per le retrocessioni dal GIRONE ABRUZZO.
Immagino che la curiosità sarà quella di andare a vedere come sarebbe la situazione nella vostra provincia! E siccome me lo immagino benissimo, ecco lo schema completo con i calcoli fatti per tutte e 47 le province con attività surfcasting:

Beh con questo schema il cerchio è chiuso! Il sistema di promozioni e retrocessioni combacia, ora rimane da sistemare solo il discorso società.
E IL CAMPIONATO PER SOCIETA’?
Siccome al Campionato italiano per società nell’Eccellenza Nord e Sud ci si qualifica dal campionato provinciale, con il fatto che chi sta nelle serie superiori non può gareggiare in quelle inferiori, si creerebbe il problema della competitività della società a livello provinciale, dato che giustamente pretenderebbe di gareggiare con i migliori atleti.
Niente di più facile! Con tutte le date che possiamo guadagnare grazie al fatto che, ad esempio, la serie A e serie B si potrebbero fare in contemporanea (e perché no anche le serie C), si avrebbero tante di quelle date libere per cui si potrebbe fare un campionato per società molto competitivo anche a livello provinciale, nel quale potrebbero partecipare tutti quanti. Infatti il discorso individuale poco avrebbe a che fare con quello per società.
Secondo me una competizione per società separata anche a livello provinciale (o perché no, regionale), sarebbe oltre che più competitiva, anche più sentita.
Una volta organizzato il campionato provinciale per società, questo si ricollegherebbe all’Eccellenza Nord e Sud, e quindi anche questo aspetto si potrebbe considerare risolto.
Quali potrebbero essere le controindicazioni? Questo dovete dirmelo voi! Io una l’ho trovata, anche se non sono proprio convinto che si tratti di un difetto, ma la butto li… vediamo cosa ne pensate.
DIFETTO RISCONTRATO
Quello che potrebbe sembrare un difetto è il fatto che per un neofita che si iscrive alla serie provinciale la nazionale sarebbe raggiungibile dopo cinque anni, mentre ad oggi uno con tanta bravura (e fortuna) potrebbe arrivarci in un anno… Siamo sicuri che sia un difetto? Anche se consideriamo che dall’altra parte c’è la convenienza di non perdere tutto in un botto?
Oggi esci dal Club azzurro ricominci tutto daccapo; con questo sistema invece si scenderebbe solo di una categoria.
Non sottovalutate gli aspetti positivi di una lenta maturazione agonistica (equiparabile ad una lenta ma efficiente scuola pesca), e di una conservazione del livello agonistico più competitivo che verrebbe meno solo a causa dei nuovi arrivati, evidentemente più bravi.
Ne gioverebbe tutto il sistema agonistico italiano.
A voi la palla 😉
SEGUIMI SU
Ciao roberto, ho letto tutto attentamente e trovo questo metodo entusiasmante perchè leggendolo ho visto la possibilità concreta di avvicinare molti più ragazzi (gli under), innanzitutto perchè molto simile a sport più famosi del nostro e poi perchè le sfide non sarebbero sempre le solite con gli stessi litorali etc. etc. etc.
Spero vivamente che si possa attuare un programma così ben strutturato anche in via sperimentale ad esempio facendolo fare in sicilia ed in calabria
Grazie Nino, in effetti è un progetto che è piaciuto parecchio a tante persone. Ma da li ad attuarlo ci vorrà del tempo… tanto…
Ciao Robe….ho letto attentamente tutto, è molto interessante la proposta…molto, e soprattutto renderebbe il percorso federale MOLTO selettivo, cosa che ora non è..
Poche chiacchiere, sai che sono sempre schietto (che troppo)….ma credo che se non vinciamo praticamente nulla da 17 anni….la fortuna c’entra poco….più probabile che il nostro sistema di selezione interna faccia acqua da tutte le parti.
Quindi giusto cambiare!
Le serie sono un sistema evoluto, moderno ed efficace, utilizzato da tempo nelle acque interne da noi e anche nel mare all’estero, come in Portogallo….e funziona!
Diciamo che ci sono delle criticità che vanno discusse..
La prima l’hai sottolineata tu, il fatto che si dilatino i tempi di “scalata” dalla serie iniziale alla più alta, ma come te non lo ritengo un male, anzi..
I problemi più grossi delle serie, a mio modo di vedere, sono due: l’anno ZERO…..e il circuito a squadre.
Poi c’è un altro problema minore….che è quello che riguarda l’organizzazione.
L’anno zero è il principale, non sarà facile stabilire i criteri iniziali che stabiliscano che Roberto sta in serie A e Giovanni in serie C e Caio stia in serie provinciale….ci vorrà un ranking SERIO almeno su base dell’ultimo triennio, che comprenda tutte le gare, dal mondiale ai provinciali, non è semplice. e sicuramente tanti avranno da ridire (pensa ad esempio a quanti non partecipano ad un italiano….perchè già qualificati al CA o alla supersfida ecc…idem per regionali ecc..).
L’altra criticità è il circuito a squadre, perchè i rischi di vicinanza e sovrapposizione delle prove, sarebbero molto simili alla situazione attuale, dove è stata fatta un Elite solo 15 giorni dopo un italiano senior…
Parlando per noi isolani, non sarà cmq facile ad esempio per Tizio andare a fare due prove individuali di serie C nel Lazio….e poi magari altre due a squadre sempre nel lazio…significa “uscire” 4 volte….piu le altre prove da fare in casa.
Il terzo problema, è probabilmente il meno grosso, ma esiste…
Ed è quello organizzativo..
Supponendo (e SPERANDO!!!) che tutto il sistema delle serie non preveda ALCUN RIPESCAGGIO…non sarà facile trovare società che organizzino una prova di serie X con magari 20 o 30 partecipanti o anche meno ..perchè si mettono in tasca zero….è solo uno sbattimento…
Proiettando il circuito sulla nostra isola ad esempio, ogni anno dovresti trovare chi organizza la serie regionale (3 o 4 prove) + 2 prove di serie C + 3 o 4 prove di serie provinciale..per ogni provincia. a queste vanno sommate le prove del circuito a squadre eventuale!
E’ un problema minore, ma esiste.
Spero di aver dato qualche spunto interessante…
Complimenti come al solito per il bel lavoro 😉
Gev
Ciao Gio, il tuo essere diretto rende le cose sempre più facili 🙂
Per quanto riguarda l’anno zero secondo me si potrebbero riempire le prime tre serie con il club azzurro del momento, con il campionato del momento, sempre seguendo la classifica.
Ad esempio i 40 del C.A. e i primi 10 del C.I. vanno in serie A, dall’11° al 100° vanno in serie B, dal 101° al 220° si iniziano a riempire i gironi della serie C, e si completano da chi ha fatto il regionale (sempre seguendo la classifica). Chi nell’ipotetico anno zero non si è classificato né per il regionale, né per il C.I. partirebbe dal provinciale rimanendo esattamente nello stesso punto.
Per il discorso a squadre la situazione addirittura migliorerebbe. Probabilmente ti è sfuggito il penultimo paragrafo 😉 Si potrebbe fare un provinciale per società nel quale parteciperebbero gli atleti di tute le serie, ovviamente con una squadra per società.
Per quanto riguarda il ranking, se dovesse esserci qualche possibilità di fare valutazioni attendibili, queste arriverebbero con le serie. Difficile fare dei ranking con l’attuale struttura.
Per l’eventuale sovrapposizione delle date io non sono d’accordo perché con le serie il calendario nazionale si dimezzerebbe. Avrei voluto fare una simulazione anche del calendario, ma sarebbe stato un lavoro enorme. Preferisco farlo eventualmente in sedi opportune 😉
Infine, per l’organizzazione della serie provinciale non cambierebbe nulla; per l’organizzazione del regionale nemmeno; per la serie C, nel caso del nostro girone, si tratterebbe di un evento unico di tre o quattro manche che a rotazione sarebbe nel Lazio e in Sardegna. Proprio per l’organizzazione non vedo grossi problemi.
E comunque grazie per il tuo intervento perché ha sicuramente aggiunto tanta carne al fuoco 😉
Io personalmente non sono un ex agonista è sicuramente non lo saro mai.. vivo la pesca nel mio mondo o però una mia visione ..e dopo aver letto tutto.. e sapere come è la situazione dico che se uno deve emergere emerge a prescindere
Mi riferisco al fatto che la storia non è una tappa raggiunta ma un percorso dimostrato nel tempo per cui certo il tuo pensiero elimina le comparse..ma i campioni arriveranno aprescindere sia con un modo sia con l altro..per questo penso che il tuo sistema va bene ma alla resa dei conti non cambia le schans è certamente più equo verso chi sa il fatto suo..premetto io non sono nessuno.o solo voluto dare il mio parere..la mia partecipazione .
Ciao Andrea, grazie per il tuo parere: sono d’accordo che chi deve emergere riesce sia alla lunga che alla corta, ma se è vero che i benefici di un sistema del genere potrebbero essere reali… perché non prenderlo in considerazione? Almeno per valutarne le possibilità 😉
Ciao Roby, anch’io ti rispondo da quasi ex garista, è un ottima idea anche se di non facile attuazione e poi il bello era affrontare garisti di tutta Italia spesso in spiaggie sconosciute. Dico “ex” e “era “, perché penso che la federazione non ascolti proprio nessuno solo pochi interessati, o mi permetto di dire sponsorizzati. Come me ti posso garantire che tanti altri non rinnoveranno la tessera . Ormai non ha più senso spendere per provinciali regionali italiani ecc. Ciao
Alberto uno come te non può mollare: non se ne parla. Che sia di difficile realizzazione non si discute, perché si tratterebbe di una profonda rivoluzione, ma sino a quando nessuno butta l’esca… si rimane fermi dove ci si trova. E così non va bene
Grande Roby è perfetta come idea …!!!!
Ciao Roberto, discussione precisa e molto chiara del tuo punto di vista. Mi sento tirato in ballo, come nuovo agonista di questo sport, perché sono d’accordo con il tuo discorso sul difetto riscontrato! Ad oggi non posso vantare grandi successi nei 2 provinciali che ho disputato, vuoi per l’inesperienza e vuoi per il poco tempo disponibile, ma ipotizzando che: 1) per salire di uno step io impieghi 2 anni 2)per miracolo riuscissi a non retrocedere mai … I conti sono presto fatti: 10 anni di gare minimo per arrivare alla serie A! Senza tener conto che di sicuro capita l’annata in cui i risultati non sono quelli sperati! Non credi sia una strada troppo tortuosa per chi come me inizia questo sport? Più che tortuosa la vedo da un lato scoraggiante perché l’ascesa sembra infinita. Rimango però d’accordissimo sul fatto che è più stimolante dato che si gareggia, all’interno della serie, ad armi pari per quanto riguarda la “bravura”. Riflettendo ho elaborato un “sistema” che potrebbe snellire l’ascesa ai livelli superiori: non si potrebbero premiare 3-4 persone arrivate in vetta ad un livello con un doppio salto di fascia? Vista da quest’altro punto di vista la scalata sembra più a portata di tutti o almeno questo è il mio modesto e ignorante punto di vista ! 😂
Marco, la tua testimonianza vale doppio! Però ti faccio riflettere su una cosa: immagina di avere una sfilza di eventi positivi che ti porta nel giro di un anno a fare un campionato del mondo in… Galles. Senza esperienza, acerbo, con il mare che ti caccia indietro ogni sei minuti… che tipo di esperienza agonistica potresti vivere? Per carità! sicuramente ti arrangeresti, non ho dubbi 😉 Ma è anche vero che in tutti gli sport si parte dal basso. Il 95% degli agonisti non arriverà mai alla nazionale per una pura questione matematica. E questo vale per tutti gli sport, mica solo per la pesca. Comunque grazie per la testimonianza, spero che altri che si sentono chiamati in causa intervengano 😉
Condivido pienamente che non sia giusto disputare un mondiale per una pura coincidenza di eventi andati bene e quindi un minimo di iter per arrivare a quel livello ci vuole, ma non credi sia troppo passare 10 – 12 anni prima di arrivare al top?
Se secondo te 10/12 anni sono troppi allora come facciamo? lo convochiamo per anzianità? C’è e ci sarà tantissima gente che in nazionale non arriverà mai neanche in tre vite, ma si godrà ugualmente l’agonismo e soprattutto l’andare a pesca. Tu parli di 10/12 anni, ma tecnicamente in serie A ci si può arrivare in quattro anni. E non mi sembra così tanto tempo, non credi?
Arrivare in soli 4 anni credo sia quasi un miracolo no?!? È possibile ma è una scalata che secondo me riesce a fare solo un agonista come te, per esempio, che parte dal provinciale e con il minimo tempo va a prendersi il posto che merita, ma se pensi a quando hai iniziato a gareggiare tu stesso… Saresti riuscito ad avanzare di categoria ogni anno? Ma l idea dei 3-4 posti che fanno il doppio salto credi sia impossibile da realizzare?
La tua idea di qualche posto per consentire il doppio salto la tengo come eventuale emergenza per risolvere qualche meccanismo 😉 Personalmente ho iniziato a gareggiare nel 1996, nel 1998 ho fatto il primo campionato italiano, il club azzurro, e ho vinto la super sfida, e nel 1999 ho fatto il mio primo mondiale. Non credo di essere l’unico ad aver scalato così in fretta, però almeno sappiamo che è possibile 😛
Da ex cestista ….Mi sembra una buona idea…alla lunga viene premiata la bravura e non la fortuna
Ciao Silvano, vedo che di ex cestisti ce ne sono parecchi 🙂 Vediamo se questo servizio alla lunga sarà servito a qualcosa 🙂
ciao Roberto, essendo un ex sportivo professionista (e cestista come te) questa tua idea l’avevo pensava in linee molto più generiche e leggendo attentamente devo dire che risulta molto interessante; si renderebbe questo sport ancora più “sport” e legato meno alla sorte. come dici tu, il fatto che al primo anno ci si può ritrovare all’italiano non vuol dire che sarà cosi ogni anno , in questo modo si arriva per gradi e per esperienza, la quale ti permette di salire di categoria e, possibilmente, restarci oppure salire ancora. personalmente sono d’accordo.
davide dell’utri
Ciao Davide, hai fatto centro, o meglio… canestro 🙂 anche secondo me la “sorte” influirebbe meno pesantemente