CAMPIONATO ITALIANO PER SOCIETA’ SURFCASTING 2018

campionato italiano società élite 2018

INTERVISTA TECNICA AI TOP 5 INDIVIDUALI

Così come ho avuto modo di fare in passato per il Campionato italiano individuale di surfcasting, anche in questo caso ho voluto fare un servizio che desse quelle informazioni che in rete non si trovano; soprattutto quei dettagli tecnici che solo chi ha fatto bene è in grado di dare.

Innanzitutto i complimenti vanno alla società del Surfcasting Carrara, che ha stravinto con i suoi atleti Edoardo Campolo, Simone Puglisi, Vittorio Galassi e Michael Manfredi. I toscani si qualificano assieme alla Surf Competition al prossimo Campionato del mondo per club che nel 2019 si terrà in Francia.

I siciliani raggiungono questo ottimo risultato con Filippo Malvagna, Giuseppe Contarino, Agatino Lo Grasso, e Nunzio Sirna. Complimenti anche al Mister Surf Follonica, terzo classificato, e per una sola penalità non hanno staccato il biglietto per la Francia.

In caso positivo si sarebbe trattato del terzo mondiale negli ultimi cinque anni!!! In ogni caso un rendimento che negli ultimi anni fa paura!

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Torniamo ai dati esclusivi, quelli che piacciono a me: una analisi dei risultati individuali, con la presentazione della relativa classifica, e poi a seguire una serie di botta e risposta fatta ai primi cinque assoluti. Ecco i primi 30 individuali:

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Andiamo ora a “stanare” qualche preziosa informazione ai TOP 5 di questa classifica: vorrei sottolineare quanto sia importante che tutti si siano sottoposti volentieri a queste domande.

Un atteggiamento di condivisione che tornerà utile a tutti quei pescatori assetati di informazioni che  frequentano questo blog 🙂


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INTERVISTA A EDOARDO CAMPOLI

Ciao Edoardo, dato che sei stato uno dei TOP 5 della classifica individuale e per la precisione sei stato IL MIGLIORE con un impeccabile triplo primo di settore in occasione della finale del campionato italiano per società, voglio farti qualche domanda in chiave tecnica per arricchire ulteriormente di contenuti il blog che piano piano sto tirando su 🙂 Ecco le domande per te:

D: Per quale società gareggi, e in che anno hai iniziato l’attività agonistica?

R: Ho iniziato l’attività agonistica nel 2010 e ho sempre gareggiato per il Surfcasting Carrara.

D: Dicci qualcosa sulla tua carriera di pescatore agonista, e le soddisfazioni che ti sei tolto.

R: Da quando ho iniziato, fino al 2015 ho sempre partecipato ai campionati italiani giovanili,  con buoni risultati e ho avuto l’onore di indossare due volte la maglia della nazionale, una nel 2011 (U16, oro a squadre, quarto posto individuale) e una nel 2015 (U21). Oltre ai diversi podi U21 a livello regionale, ho avuto la soddisfazione di vincere il mio primo campionato provinciale nel 2014 e il secondo l’anno scorso, nel 2017 (con 4 primi su 4 gare).

D: A parte la componente autodidattica che risiede in ognuno di noi, c’è qualcuno in particolare che è stato per te un riferimento tecnico importante?

R: Senza dubbi Vittorio Galassi è stato il mio grande maestro! Quando lo incontrai per la prima volta sapevo a mala pena legare un amo… È stato un importante punto di riferimento per me, non solo nella pesca…

D: Ora ti metto in sequenza i settori che hai affrontato giorno per giorno: potresti commentarli uno ad uno mettendo qualche informazione sulla strategia di pesca adottata in funzione nel settore e della tua posizione?

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COMMENTO GIORNATA 1: La prima giornata ero al numero 79, ultimo a destra del campo gara. Avevo una bella secca davanti a me, dove l’acqua faceva un movimento che mi piaceva. Ho pescato in quella zona (60-70m) per tutta la sera con un classico trave a tre ami “paternoster” e sono usciti prevalentemente triglie e qualche sugarello. Alla fine ho chiuso il settore in testa, ottimo risultato per iniziare la gara, come squadra siamo al terzo posto…

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Commento alla giornata 2: Nella seconda manche mi viene assegnata una brutta postazione, poco redditizia, infatti per la prima ora e mezza di gara non si è vista una tocca. Decido ad un certo punto di allungare per vedere se gira qualche pesce fuori e vengo subito premiato con una bella orata di circa 8 etti e subito dopo con una mormora e un sugarello sotto misura. Riesco di nuovo a vincere il settore e anche i miei compagni fanno ottimi risultati, andiamo al comando della classifica.

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Commento alla giornata 3: L’ultima giornata mi viene assegnato un picchetto centrale del mio settore, con una piccola secca appena accentuata. Inizio a pescare dietro di essa ed è proprio lì che faccio la maggior parte dei pesci. Pescata molto varia: sugarelli, triglie, salpe e una torpedine! Alle fine riesco a portare a casa nuovamente il primo posto e anche gli altri miei compagni fanno risultati eccellenti… quando capiamo di aver vinto il campionato l’emozione e la gioia sono immense!

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D: Come ultima domanda vorrei che dessi qualche informazione sull’assetto che hai scelto per affrontare questo campionato italiano: per quali modelli di canne hai optato per la lunga, media e corta distanza, mulinelli, montature… insomma “sbottonati” il più possibile 😀

R: Durante il corso di questo campionato ho usato tre canne: Italcanna Dreaming per la corta distanza, Italcanna Terranova 170 per media e medio-lunga e Italcanna Dynamis FSH per la lunga. Come trave ho invece utilizzato principalmente un classico trave “paternoster” con diametri e lunghezze che variavano a seconda delle condizioni e del posto in cui mi trovavo.

Ti ringrazio ancora per la disponibilità, e per la possibilità che stai dando ai lettori di poter ampliare la propria conoscenza 😉



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INTERVISTA A GIOVANNI ALFARANO

Ciao Giovanni, dato che sei stato uno dei TOP 5 della classifica individuale (terzo assoluto per la precisione) in occasione della finale del campionato italiano per società, voglio farti qualche domanda in chiave tecnica per arricchire ulteriormente di contenuti il blog che piano piano sto tirando su 🙂 Ecco le domande per te:

D: Per quale società gareggi, e in che anno hai iniziato l’attività agonistica?

R: Gareggio per la Salento due mari di Lecce, ho iniziato a gareggiare nel 1996.

D: Dicci qualcosa sulla tua carriera di pescatore agonista, e le soddisfazioni che ti sei tolto.

R: Ho iniziato a pescare a 7 anni con il nonno e dopo il primo pesce preso con la canna fissa e quella sensazione di felicità che ancora oggi ricordo mi fa scattare questa passione. Ho iniziato a fare le gare per confrontarmi con gli altri agonisti. Ho preso parte a 14 campionati italiani individuali con un piazzamento da vice campione italiano nel 2005 dietro a un grande amico Tiziano Faraggi sul litorale di Roccella Ionica con tre primi a testa. Ho partecipato a tre club azzurro. Nel 2015 un primo posto nell’eccellenza sud e un secondo nel 2018.

D: A parte la componente autodidattica che risiede in ognuno di noi, c’è qualcuno in particolare che è stato per te un riferimento tecnico importante?

R: come riferimento senza dubbi Giovanni Longo presidente della società per la quale gareggiavo prima che purtroppo è venuto a mancare qualche anno fa. Subito dopo Vittorio Galassi che ancora oggi mi dice dove mettere il piombo e per ultimi ma non ultimi i compagni della Salento due mari con i quali ogni fine gara tutti i giorni si valuta tutto per cercare di sbagliare il meno possibile nelle gare successive.

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D: Ora ti metto in sequenza i settori che hai affrontato giorno per giorno: potresti commentarli uno ad uno mettendo qualche informazione sulla strategia di pesca adottata in funzione nel settore e della tua posizione?

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Commento alla giornata 1: scelgo di andare sul campo A il sorteggio mi da il n. 10. Capito su una punta, mi sembra un buon posto ma già dai primi lanci mi rendo conto che non era così per la presenza di alghe da zero fino a circa 100 m. Alterno la pescata da lì in avanti fin dove arrivo riuscendo a prendere un sugarello e un’ombrina che valgono un 6° posto.

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Commento alla giornata 2: nella seconda giornata il sorteggio mi da il n. 11 accanto alla punta. Le alghe si erano spostate liberando i primi 40 mt ma sporcano dai 40 in su; nei primi due lanci si allamano un’ombrinetta e una spigoletta; parto bene e rimango nella fascia dei 40 mt per tutta la gara con soli tre lanci fuori, riuscendo a prendere due mormore e un’ombrina da 34 che mi danno un primo di settore.

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Commento alla giornata 3: capito al n. 9 le alghe stazionano dai 20 mt fino ai 100 mt circa. Parto nei primi 20 mt avendo una toccata ma senza allamarsi; insisto fino alle 21 poi decido di allungare, e la fortuna vuole che si allami un’ombrina da 28 e subito dopo un sugarello da 20 cm. Insisto ma niente più; ritorno nella prima fascia riuscendo a prendere un sarago insisto ma ancora niente ritorno fuori e dopo un po’ di lanci riesco a prendere un sugarello da 24 più due tecniche. Arriva il fine gara con un’altro primo.

D: Come ultima domanda vorrei che dessi qualche informazione sull’assetto che hai scelto per affrontare questo campionato italiano: per quali modelli di canne hai optato per la lunga, media e corta distanza, mulinelli, montature… insomma “sbottonati” il più possibile 😀

R: le canne utilizzate sono la Zero seven 250 per la lunga, la Almira per la media e la Teknica per la corta. Mulinelli ultegra Xsc 5500 per la corta e il 14000 x la lunga e media. Come montature ho usato un triamo da 100 per la lunga e corta alternando con un biamo battente x la lunga e facendo girare una linea longa ogni tanto.

Ti ringrazio ancora per la disponibilità, e per la possibilità che stai dando ai lettori di poter ampliare la propria conoscenza 😉


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INTERVISTA A MARCO PREDELLINI

Ciao Marco, dato che sei stato uno dei TOP 5 della classifica individuale (quarto assoluto per la precisione) in occasione della finale del campionato italiano per società, voglio farti qualche domanda in chiave tecnica per arricchire ulteriormente di contenuti il blog che piano piano sto tirando su 🙂 Ecco le domande per te:

D: Per quale società gareggi, e in che anno hai iniziato l’attività agonistica?

R: Gareggio per la Mister Surf di Follonica e ho iniziato l’attività agonistica alla fine dell’anno 2009.

D: Dicci qualcosa sulla tua carriera di pescatore agonista, e le soddisfazioni che ti sei tolto.

R: Come agonista, a parte trofei vari, e piazzamenti nei provinciali e regionali ho disputato due mondiali per club, e al campionato italiano per società Elite ho conquistato l’argento nel 2015, l’oro nel 2017 e il bronzo in questa edizione 2018. In quelle occasioni ricordo ottime prestazioni: a Marina di Sorso feci 1-2-6, a Torre San Giovanni feci 1-4-5, a Mondragone 1-4-4, e a Massa quest’anno un onorevole 2-2-4. Infine ho partecipato a 6 campionati italiani e a 3 club azzurro.

D: A parte la componente autodidattica che risiede in ognuno di noi, c’è qualcuno in particolare che è stato per te un riferimento tecnico importante?

R: Il mio grande maestro , con cui ho un rapporto che va aldilà dell’agonismo è Giovanni Grimaz! Un agonista eccezionale, soprattutto per quanto riguarda la seconda fascia a terra, fuoriclasse su occhiate e sugarelli.

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D: Ora ti metto in sequenza i settori che hai affrontato giorno per giorno: potresti commentarli uno ad uno mettendo qualche informazione sulla strategia di pesca adottata in funzione nel settore e della tua posizione?

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Commento alle prime due giornate: le prime due sere ho effettuato una pescata fotocopia, improntata sulla ricerca del pesce di fondo nei primi 60 mt, pescando esclusivamente a terra e evitando i sugarelli che a mio avviso costituivano la pesca “a perdere”.

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Commento alla giornata 3: questa manche è stata di pura ricerca, sempre puntando al pesce di fondo; la situazione meteomarina ha stravolto le consuete fasce di pascolo, tanto che ho segnalato catture tra i 90 e i 100 mt, e poi triglie trovate su una chiazza di fango alla massima distanza che riuscivo a raggiungere.

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D: Come ultima domanda vorrei che dessi qualche informazione sull’assetto che hai scelto per affrontare questo campionato italiano: per quali modelli di canne hai optato per la lunga, media e corta distanza, mulinelli, montature… insomma “sbottonati” il più possibile 😀

R: il mio parco canne era così composto: Drake Potentia 160 e Drake Viper 480; Yuki Maserati 4.20 e Mangusta Italiana 130. I miei travi sono i più classici che ci siano: 3×100, 3×70, 2×120 fatti con 0.30 e con 0.50 solo ed esclusivamente con tecnosfere. Come terminali ho utilizzato l’Akita Pink 0,17 e 0,19 mentre gli ami che ho utilizzato sono stati gli Akita delle serie 1001 e 7201. Una soluzione che mi ha fruttato molto e che mi ha dato quei pesci  che hanno fatto la differenza è stato quello di accorciare l’amo pescatore e il centrale a 50/60 cm e munirlo di flotter tondo o ovale piccolo 5mm in modo che l’innesco non si nascondesse sotto il fastidiosissimo pelo rosso.

Ti ringrazio ancora per la disponibilità, e per la possibilità che stai dando ai lettori di poter ampliare la propria conoscenza 😉


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INTERVISTA A FILIPPO MALVAGNA

Ciao Filippo, dato che sei stato uno dei TOP 5 della classifica individuale (quinto assoluto per la precisione) in occasione della finale del campionato italiano per società, voglio farti qualche domanda in chiave tecnica per arricchire ulteriormente di contenuti il blog che piano piano sto tirando su 🙂 Ecco le domande per te:

D: Per quale società gareggi, e in che anno hai iniziato l’attività agonistica?

R: Faccio parte dell’ASD Surf Competition Fiumefreddo (CT) e ho iniziato a gareggiare nel 2008, esattamente 10 anni fa.

D: Dicci qualcosa sulla tua carriera di pescatore agonista, e le soddisfazioni che ti sei tolto.

R: Senza dubbio, la soddisfazione più grande è stata quella del mio primo mondiale, frutto del mio primo Club Azzurro a Reggio Calabria, dove sono arrivato quinto e scelto dal CT Roberto Accardi per entrare a far parte della Nazionale Italiana 2012. Lo ringrazierò a vita per la sua fiducia nei miei confronti, fiducia che spero di aver ripagato durante il mondiale, soprattutto col primo assoluto di giornata dell’ultima manche che però non ci ha permesso di conquistare la bramata medaglia per un solo punto. Altra importante soddisfazione è stata quella del mio secondo Mondiale per Nazioni, nel 2014 in Francia, dove alla penultima prova mi trovavo nella terza posizione della classifica individuale; uno stress troppo forte, lo ammetto, che mi ha letteralmente distrutto durante l’ultima prova; ed anche in quella occasione non conquistammo la medaglia davvero per poco. Quindi in entrambi i casi si è trattato di soddisfazioni che però hanno lasciato un pò di amaro in bocca. Ai due Mondiali per Nazioni naturalmente si aggiungono pure due Mondiali per Club (di cui uno appena conquistato), risultati importantissimi per il prestigio della mia splendida società.

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D: A parte la componente autodidattica che risiede in ognuno di noi, c’è qualcuno in particolare che è stato per te un riferimento tecnico importante?

R: Sono figlio e nipote di pescatori sportivi; negli anni 70 mio nonno già pescava dalla spiaggia e mio padre imparò da lui per poi trasmettere a me questa passione, regalandomi nel 1991, quando compii 5 anni, la mia prima cannetta da pesca. Da li in poi la pesca per me divenne un’ossessione. Crescendo appresi tantissimo dalle riviste di settore, accumulando negli anni una collezione davvero impressionante.

D: Ora ti metto in sequenza i settori che hai affrontato giorno per giorno: potresti commentarli uno ad uno mettendo qualche informazione sulla strategia di pesca adottata in funzione nel settore e della tua posizione?

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Commento alla giornata 1:  la strategia adottata nella prima giornata è stata frutto della prova del campo gara del giorno prima. Sapendo a cosa andavo incontro ho deciso di dedicarmi sin da subito alla ricerca dei sugarelli sulla media/lunga distanza, scartando a priori la corta distanza a causa della sua sterilità ed alternando un trave con doppia soluzione flottante ad uno con un solo pop up che mi avrebbe permesso di avere più chances sul pesce di fondo. I tempi di attesa lunghissimi credo siano stati la chiave; recuperare sempre dopo 20 minuti è stato obbligatorio. A giudicare dal risultato la scelta è stata azzeccatissima, ma il primo posto non è arrivato per lo scarso punteggio attribuito (giustamente) al sugarello, in tabella di conversione. Ne approfitto per dire che sono un forte sostenitore della tabella, ma credo che bisognerebbe bilanciare un pò il rapporto tra i punti della conversione e il bonus a preda. Il risultato del secondo giorno ne è una dimostrazione.

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Commento alla giornata 2: Convinto che dopo la prima prova, in tanti avrebbero tentato la cattura dei sugarelli, sapendo che non essendo in grosse quantità, quei pochi avremmo dovuto spartirli in molti, per la seconda manche ho tentato con più insistenza la ricerca del pesce di fondo, mantenendo lunghissimi tempi d’attesa durante i quali, ad intervalli di 5 minuti smuovevo le esche a mo di trainetta per qualche metro. Stesso assetto del giorno prima, ma alternando travi con un pop up con travi senza. Anche in questo caso ci ho visto bene, ma purtroppo non riesco a spuntarla sul primo per una ombrina da 43 cm che in tabella vale (giustamente) moltissimi punti, difficili da recuperare vista la carenza di prede, anche se ci sarei riuscito con una mormora slamata in battigia per colpa di una pulce di mare rimasta sull’amo… pazienza!

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Commento alla giornata 3: Per l’ultima prova, il da farsi era ormai di dominio pubblico, e ho scelto di continuare ad adottare la stessa strategia dei due giorni precedenti, alternando però alcuni lanci su una fascia più lunga che mi hanno consentito di catturare un paio di mormore in più. 

D: Come ultima domanda vorrei che dessi qualche informazione sull’assetto che hai scelto per affrontare questo campionato italiano: per quali modelli di canne hai optato per la lunga, media e corta distanza, mulinelli, montature… insomma “sbottonati” il più possibile 😀

R: In tre giorni di gara posso dire di aver utilizzato sempre la stessa canna, ovvero una Bad Bass Bad Rod XP 4.20 mt 200 gr e mulinello Tica Scepter GTB imbobinato con uno 0,165 Falcon FLX50, naturalmente con shock leader conico 0,23/0,57. La montatura utilizzata è stata quasi sempre uguale, ovvero un trave dello 0,60 da circa 200cm munito di tre braccioli da 90cm dello 0,20; piombi da 125gr e 140gr. Ami Bad Bass 314 n.10, quindi una misura abbastanza grande, che se da un lato mi ha impedito di insidiare prede tecniche (neanche una in tre giorni), dall’altro mi ha permesso di evitare di slamare alcun sugarello, problema che invece è capitato a diversi amici che utilizzavano ami più piccoli apparentemente più indicati ma praticamente no. L’unico altro trave che ho utilizzato, anche se con meno frequenza, ma necessario per sondare fasce più esterne, è stato un trave a due snodi, sempre dello 0,60 ma da circa 130 cm con due braccioli da 80 cm dello 0,20.

Ti ringrazio ancora per la disponibilità, e per la possibilità che stai dando ai lettori di poter ampliare la propria conoscenza 😉

la montatura è caratterizzata dal fatto che ha tutti e tre gli ami sopra il piombo, con l’amo più vicino al piombo che dista circa 20 cm dal piombo stesso, e gli snodi raccolti tra loro in modo che le tre esche risultino vicine tra loro, e generosi braccioli dello 0,40 lunghi circa 30 centimetri.

La distanza tra gli snodi è di circa 35 cm. L’amo utilizzato era modello Aberdeen del numero 2, con le esche che vi ho raccontato era inutile scendere al di sotto.

La mancanza dell’amo pescatore era dovuta al fatto che il rischio di incaglio era sempre dietro l’angolo, e in ogni caso con il movimento della marea sarebbe stato sempre un bracciolo a rischio di presentazione dell’esca ottimale.


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